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    NEWS

    Confermata la condanna alla segretaria di un campo di concentramento nazista

    Irmgard Furchner, 99 anni, è stata dichiarata complice dell’omicidio di oltre 10.500 persone detenute nel campo di concentramento di Stutthof dove ha lavorato come segretaria tra il 1943 ed il 1945.

    Furchner era già stata condannata dal tribunale della città tedesca di Itzehoe a due anni di reclusione con la condizionale nel 2022. Questa settimana la corte federale tedesca ha respinto la tesi della difesa secondo cui il coinvolgimento della donna all’epoca dei fatti non era andato oltre il ruolo di una semplice dattilografa. La sentenza conferma quella del 2022 e non potrà essere impugnata dalla donna.

    Furchner in quel periodo aveva 18-19 anni, e aveva lavorato nel campo di concentramento come segretaria del comandante del lager, Paul-Werner Hoppe. Anche suo marito, all’epoca ufficiale delle SS, lavorava nello stesso campo dì concentramento , dove sono morte circa 65.000 persone, 28.000 delle quali erano ebrei.

    Il lager era nato come luogo per la detenzione per ebrei e non ebrei polacchi, sfollati da Danzica. In seguito, Stutthof è diventato un campo di educazione al lavoro destinato soprattutto a cittadini polacchi e sovietici. A partire dal 1944, migliaia di ebrei furono deportati in questo campo di concentramento, dove morirono decine di migliaia di prigionieri.

    L’ex segretaria è stata processata in un tribunale minorile poiché all’epoca dei fatti aveva meno di 21 anni. Durante il processo, durato 2 anni, sono intervenuti 30 sopravvissuti alla Shoah ed alcuni loro parenti provenienti da numerosi Paesi. Inoltre, il giudice ed altri membri della corte hanno visitato il campo, oggi in Polonia, potendo così vedere di persona dove lavorava la segretaria, il percorso che doveva fare per arrivare al suo ufficio, la vista che aveva dalla stanza in cui lavorava. Secondo quanto riferito dal pubblico ministero Maxi Wantzen, Furchner avrebbe potuto vedere dal suo ufficio grandi parti del campo, compresa l’area in cui arrivavano i nuovi prigionieri.

    Nel 2022 il pubblico ministero Wantzen ha sottolineato nel suo intervento conclusivo che “questi sono atti di eccezionale importanza storica”. La donna era sospettata di aver “aiutato e favorito coloro che erano responsabili del campo nell’uccisione sistematica di coloro che vi erano imprigionati tra giugno del 1943 e aprile del 1945 nella sua funzione di stenografa e dattilografa del comandante del campo”. Nel pronunciare la sentenza il giudice Dominik Gross ha affermato che la signora era a conoscenza delle condizioni  difficili dei prigionieri e che nulla di ciò che accadeva nel campo di Stutthof le era ignoto. Nel 2021 l’ex segretaria aveva anche tentato di evitare il processo, fuggendo dalla casa di riposo in cui risiedeva, riuscendo a nascondersi dalla polizia per diverse ore prima di essere rintracciata ad Amburgo.

    “Non si tratta di metterla in carcere per il resto della sua vita”, ha detto Josef Schuster, presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania. “Si tratta di un colpevole che deve rispondere delle sue azioni e riconoscere cosa è successo e in cosa è stata coinvolta”.

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