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    ISRAELE

    Compie 5 anni Ariel Bibas, ancora ostaggio di Hamas. La lettera della nonna

    “Immagino il momento in cui tornerai da noi”

    Oggi Ariel Bibas compie 5 anni. Il piccolo è stato visto l’ultima volta il 7 ottobre scorso, aggrappato disperatamente alla madre, Shiri, insieme al fratellino Kfir, che aveva nove mesi, mentre venivano rapiti dai terroristi di Hamas. Da allora, salvo alcune riprese delle prime ore di prigionia e un video in cui si vede il padre, Yarden, tenuto separato, non si è avuta più alcuna notizia.
    “Riesci a sentire il nostro desiderio, l’immenso amore che riempie i nostri cuori?” ha scritto la nonna Pnina, 64 anni, in occasione del compleanno del suo “Luli” – il soprannome di Ariel – in una lettera pubblicata sul quotidiano britannico Daily Mail. “Sono passati nove mesi da quando ci sei stato portato via da persone cattive. – scrive la nonna – Nove mesi di lacrime, preghiere e incrollabile speranza. Il mondo intorno a noi va avanti, ma il tempo sembra essersi congelato senza di te. Sei cresciuto di un anno, ma non c’è festa. – continua – Il mio cuore ha un sussulto ogni volta che ricordo quanto mi manchi. Cerco di immaginare il momento in cui tornerai da noi. Mi chiamerai ancora ‘Nonna Nini’? Vorrai ancora giocare a cavalluccio? Riesco quasi a sentire la tua risata quando mi spruzzi l’acqua addosso mentre innaffiamo le piante in giardino”.
    Prima del 7 ottobre, Pnina viveva nel Kibbutz Tze’elim, vicino al Kibbutz di Nir Oz dove risiedeva Ariel, nel sud di Israele. Ora si è trasferita nel nord del Paese, ma ogni giorno le torna in mente il nipote dai capelli rossi, grande fan di Batman. “Il kumquat – albero di piccoli mandarini – che ami tanto è di nuovo sbocciato, i suoi rami si riempiono di piccoli frutti arancioni. – gli dice – Li vedo e ricordo le tue piccole mani, ansiose di raccoglierli e assaggiarli”. Racconta al nipote che ogni volta che legge delle storie al cugino “i miei occhi ti cercano” nella speranza di “trovarti seduto accanto a lui” con quel “sorriso timido e dolce”.
    Nella lettera Pnina cerca di spiegare ad Ariel gli orrori che hanno colpito la loro famiglia: anche i nonni materni, Margit Silberman, 63 anni, e il marito Yossi, 67 anni, sono stati uccisi il 7 ottobre. I terroristi hanno decapitato il loro cane e incendiato la loro casa. “Luli, sono cambiate così tante cose nell’ultimo anno – gli dice teneramente – Invece di festeggiare tutte le cose nuove che hai imparato, stiamo affrontando la tua assenza, quella di tua mamma e tuo papà, e del piccolo Fir Fir. Nonno Yossi e nonna Margit non sono più con noi. Come reagirete quando apprenderete questa notizia?”.
    “Ogni giorno sogno il momento in cui saremo di nuovo insieme – scrive – Immagino l’emozione, le lacrime, gli abbracci. Ti vedo gridare ‘Nonna Nini!’ e il piccolo Kfir, che potrebbe non ricordarsi più di me, mi farà un grande sorriso”.
    Pnina sente il nipote “così vicino, eppure così lontano” e prega per “il dono più grande” del ritorno della sua famiglia. “Fino ad allora, Luli, sappi che sei amato, che pensiamo a te in ogni momento. E un giorno festeggeremo insieme tutti i compleanni che ci siamo persi”.
    Oggi i familiari del piccolo Bibas hanno organizzato una marcia verso Piazza degli ostaggi a Tel Aviv per chiedere il rilascio di tutti i rapiti: in questa occasione Pnina leggerà la lettera al suo Luli.

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