Con il romanzo “La piuma del ghetto” (Gallucci editore) Antonello Capurso, scrittore, giornalista e autore teatrale, conquista il Premio Bancarella Sport 2024. Con 194 voti si è aggiudicato il prestigioso premio letterario, superando gli altri quattro finalisti. Il libro porta alla luce la straordinaria vicenda di Leone Efrati, giovane promessa della boxe italiana durante gli anni più oscuri del Novecento.
La vita di Leone Efrati, per tutti Lelletto, campione italiano nella categoria dei pesi piuma, è una parabola di gloria e tragedia. Dopo aver conquistato il ring italiano, nel 1938 Lelletto arriva in Francia, combatte contro i più quotati pugili transalpini e infine si guadagna il sogno americano. Nello stesso anno, infatti, sfiora il titolo mondiale al Coliseum di Chicago, perdendo ai punti contro lo statunitense Leo Rodak. Ora Lelletto si trova di fronte a un bivio: restare negli Stati Uniti o tornare in patria, nella quale, a causa delle leggi razziali, è stato cancellato dagli annuari sportivi fascisti e dai giornali perché ebreo. Lui sceglie la famiglia. Torna a Roma: ad aspettarlo ci sono la moglie Ester e i figli.
Il pugile verrà però tradito da due delatori, arrestato dai nazisti e deportato prima a Fossoli, poi Auschwitz e infine Ebensee /Mauthausen. Anche nel lager continua a combattere non solo per sé ma anche per la sopravvivenza del fratello Marco. Questo gli costerà caro: nel suo ultimo incontro sul ring ridicolizza un pugile polacco e i kapò connazionali aggrediscono Marco. Lelletto tenta di vendicarsi ma viene massacrato di botte, lasciato esanime a terra. Muore il 16 aprile 1944. L’ultima parte del libro è dedicata al processo ai due delatori: la testimonianza di un bambino di 10 anni ne consentirà la condanna. Quel bambino era Romolo Efrati, il figlio di Leone.
Grazie a un meticoloso lavoro di ricerca, basato su documenti, testimonianze e interviste, Antonello Capurso non solo racconta la vicenda personale di un grande campione ma riesce anche a dipingere un affresco dell’Italia di quegli anni. Alla storia di Leone Efrati, Capurso ha anche dedicato uno spettacolo teatrale.