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    Attenzione anche all’antisemitismo dei “benpensanti”

    Considerando la scarsa rilevanza artistica e intellettuale del personaggio, forse il mondo ebraico italiano ha parlato troppo dell’articolo volgarmente antisemita di Dacia Maraini sul Corriere, soprattutto se lo si confronta con l’epidemia di aggressioni fisiche di ebrei che ormai è endemica in buona parte del mondo “civile”; o dell’incredibile sentenza della Corte d’Appello di Parigi, che ha risparmiato il processo all’assassino antisemita di Sarah Halimi, col pretesto che si era drogato con la marijuana. Ma credo che valga la pena di sottolineare un aspetto di questa vergognosa vicenda che spiega la reazione immediata e istintiva degli ebrei italiani. Dacia Maraini ha le qualità che dovrebbero, secondo l’opinione dei “benpensanti” (anche nelle comunità ebraiche), farne una persona civilissima e amica degli ebrei. E’ colta, di buona famiglia antifascista, benestante, femminista, lavora nell’industria culturale, soprattutto è di sinistra. E’ stata anche sposata a uno scrittore di origini parzialmente ebraiche, Alberto Moravia (il suo vero nome era Pincherle), anche se “in Moravia non si trova traccia di autocoscienza ebraica” (così Alfonso Berardinelli). Il fatto che proprio in una persona così alberghi pregiudizi volgari e “marcioniti” (secondo la valutazione di Rav di Segni) non solo sugli ebrei in carne ed ossa ma anche sulla radice della loro cultura e loro Divinità, mostra che questi pregiudizi sono diffusi anche in quegli ambienti che hanno simpatia per le “sardine” e detestano Salvini. E’ ovvio che sia così. Non è solo l’integralismo cattolico “di destra”, ma anche quello “di sinistra” che odia Israele come una volta odiava gli ebrei: i francescani, i domenicani, i gesuiti, “Pax Christi”. E sono a sinistra, “benpensanti”, “europeisti” quelli che si agitano di più contro Israele, anche se amano definire “fascisti” i loro nemici. Come insegnano Voltaire e Kant, Marx e Olaf Palme o Kreisky, l’antisemitismo non è cosa solo da ignoranti o da gente di destra. Ha una presa più profonda nella cultura europea. Bisogna guardarlo lucidamente, senza farsi fermare da solidarietà di classe, di cultura, di gusto estetico. O di partito.

     

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