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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    “L’antisemitismo è a destra e sinistra” – L’intervista al rabbino capo Riccardo Di Segni su La Stampa

    “I nodi vengono sempre al pettine e alla fine, invariabilmente, il fascismo si dimostra antisemita. E come se rivelasse la sua vera natura, la maschera cade” queste parole del Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, durante un’intervista rilasciata in data odierna a La Stampa, in cui il Rabbino ha commentato il preoccupante risveglio di un forte sentimento antiebraico. Un odio che sembra essersi destato a partire dal 7 ottobre e che ha radici profonde. “Doppio standard, amnesie, totale asimmetria di giudizio, propaganda. L’ondata di antisemitismo si allarga a tutti gli ebrei, a loro come persone e a loro come cultura. Un passante riconoscibile come ebreo che viene malmenato, una casa di ebrei che viene segnata, persino pietre di inciampo che vengono deturpate” racconta il Rav Di Segni durante l’intervista.
    Un antisemitismo che arriva da desta e da sinistra e che di nuovo rivede nell’ebreo il capro espiatorio di qualsiasi misfatto. “L’antisemitismo e l’ostilità contro gli ebrei assumono oggi, schematicamente, almeno tre forme differenti. Tre matrici emergono: quella dei nazisti e di chi li piange, quella veterocattolica e quella di sinistra, di cui si nega l’evidenza perché mescolata alla politica. Una sinistra neppure estrema che abbraccia acriticamente la causa palestinese negando più o meno apertamente il diritto all’esistenza di Israele” continua Di Segni nell’intervista.
    Una minaccia nera, che si cela dietro il conflitto israelo-palestinese aprendo agli ebrei italiani molte ferite mai rimarginate. “Determinati pregiudizi riaffiorano e si aggravano a seconda dei momenti, come le forme religiose veterocattolica di antisemitismo. In questo periodo, per esempio, è riemersa l’idea antica dell’ebreo vendicativo, dell’ebreo che uccide i bambini. È il genere di fantasmi usciti fuori dopo il 7 ottobre” aggiunge il Rabbino Capo di Roma. Ma ciò che preoccupa maggiormente di questo antisemitismo multiforme è ciò a cui potrebbe portare: impossibile non ricordare l’analoga situazione che portò al terribile attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982. “Ricordo tutto, incluso l’attentato mortale alla sinagoga di Roma del 1982. Già alcune volte negli ultimi decenni periodiche recrudescenze del conflitto mediorientale che hanno coinvolto Israele hanno scatenato reazioni antiebraiche – spiega Di Segni nell’intervista – Un commando palestinese che spara contro una Sinagoga, come successe a Roma nel 1982, non fa distinzioni: il nemico è l’ebreo ovunque si trovi. Per alcuni aspetti sembra un dejà vu, ma molte cose sono cambiate. Il quadro storico è mutato e i confronti sono difficili ma la condizione attuale è preoccupante. Rispuntano le categorie teologiche dell’occhio per occhio. “Noi” siamo i buoni e gli amanti della pace, e “voi” siete i cattivi, i vendicativi”.

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