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    NEWS

    Viaggiare da israeliani: quando la nazionalità diventa un ostacolo

    Dal 7 ottobre si moltiplicano i casi in cui cittadini israeliani vengono respinti e discriminati in alcune parti del mondo esclusivamente per la loro nazionalità. L’ultimo episodio si è verificato sull’isola greca di Cefalonia. Shuli Zayek, residente a Kfar Sirkin, un piccolo villaggio a sud-est di Israele, ha subito un’esperienza spiacevole quando la sua richiesta di prenotare un’escursione in kayak è stata rifiutata. Dopo aver inviato un’e-mail con foto di destinazioni e didascalie in ebraico, l’azienda ha risposto che, a causa della situazione a Gaza, non potevano offrirgli il servizio. “È stata una sensazione terribile, ero sotto shock”, racconta Zayek. Nonostante i suoi tentativi di spiegare la situazione, l’azienda ha preferito non approfondire la discussione.
    Determinato a non rinunciare alla sua vacanza, Zayek continua a sperare nell’accoglienza di altre compagnie, sottolineando che “l’ufficio turistico greco deve essere informato e prendere atto di questi comportamenti discriminatori”.
    Purtroppo, questo è solo uno dei numerosi episodi simili avvenuti recentemente in Europa. A Parigi, un dipendente di un hotel si è rifiutato di accettare una prenotazione da una coppia israeliana con un bambino di tre anni, costringendola a lasciare l’hotel all’1:30 del mattino. Il direttore dell’hotel si è scusato, ha risarcito la coppia e licenziato il dipendente.
    Questi episodi dimostrano come, oltre alle difficoltà che Israele affronta a causa della guerra iniziata il 7 ottobre da parte di Hamas, i cittadini israeliani debbano anche lottare contro pregiudizi e discriminazioni, non potendo neppure godere di una tranquilla vacanza all’estero.

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