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    Una serata in ricordo di Emma e Gino

    Ieri sera, la “Casa della Memoria e della Storia” ha ospitato numerosi invitati per omaggiare il ricordo della “Morà” Emma Alatri e di suo marito Gino Fiorentino, note figure della comunità ebraica romana. L’incontro è stato un’occasione per commemorarli e per far emergere aneddoti dei famigliari e dei presenti che, con evidente emozione, hanno voluto onorare il ricordo dei coniugi.

    Emma e Gino nascono durante la piena ascesa del fascismo. Sono vittime delle leggi razziali del 1938, quelle leggi che li allontanano dalle scuole statali e che radiano il signor Fiorentino dal “Visconte”, nota scuola pubblica situata nel cuore di Roma. Quella scuola dove egli torna circa sessant’anni dopo e che lo accoglie a braccia aperte con un gruppo di ragazzi e ragazze pronto ad ascoltare la sua testimonianza, a cercare di comprendere le sensazioni di quel ragazzo ebreo che vide togliersi il diritto allo studio, prima, ed alla libertà, poco dopo. Grazie all’aiuto di Gino, i ragazzi del Visconte riescono a risalire alle vite di altri studenti e docenti ebrei espulsi dalla quella scuola, e ricostruiscono, per quanto possibile, le loro memorie. In una delle molte interviste, il signor Fiorentino racconta della grande emozione che provò nell’osservare l’attenzione che quegli studenti riservassero verso di lui, alla quale si contrapponeva lo scarso interesse, mascherato da senso di colpa, che ebbero i suoi vecchi compagni di scuola che rincontrò dopo molti anni, i quali finsero che tutto quello che fosse successo, non fosse mai accaduto. Dopo la cacciata dal Visconte, nel quale godeva di ottimi voti ed eccelleva soprattutto in matematica, Gino Fiorentino frequenta la scuola ebraica e, a seguire, l’Università Clandestina, fondata dal matematico Guido Castelnuovo, e si laurea in Ingegneria. La vita di Gino Fiorentino si lega per sempre alla Signora Emma Alatri, nota nella comunità ebraica come “la Morà Emma”, che, a parere di tutti, è stata una tra le più grandi insegnanti della scuola ebraica di Roma. Vittima della promulgazione delle leggi razziali ed una delle poche che sfugge alla retata del Ghetto di Roma. Una vita dedita all’insegnamento ed all’educazione di molti ragazzi che ancora oggi la ricordano con affetto. In sala, c’è una di quelle allieve che la ricorda come insegnante, prima, e come confidente ed amica, dopo, alla quale chiedere consigli sull’educazione dei propri figli. Nel novembre del 2016, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le conferisce il titolo di “Commendatore delle Repubblica”. “Credo abbiate sbagliato numero!”. Questa è stata la risposta, riportata dal figlio di Emma, che la signora Alatri pronunciò quando le venne annunciato dell’onorificenza. All’epilogo dell’evento prendono la parola le nipoti dei coniugi Fiorentino, che mostrano il lato più caro dei loro nonni e che condividono quei dolci ricordi che noi tutti potremmo ritrovare pensando ai nostri.

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