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    Commento alla Torà. Lekh Lekhà:perché Lot andò ad abitare a Sodoma?

    Uno degli enigmi della storia di Avraham è il comportamento di Lot. Quando Avarahm partì da Charàn per andare verso la terra di Canaan è scritto: “Avraham partì come l’Eterno gli aveva parlato; e Lot andò con lui…” (Bereshìt, 12:4). Di tutta la famiglia di Avraham, Lot fu il solo a seguirlo. Lot era il migliore discepolo di Avraham e, non avendo Avraham discendenti diretti, era destinato ad ereditarne la fortuna. Perché quindi Lot accettò di separarsi da Avraham e di andare ad abitare proprio a Sodoma, la città abitata dalla gente più depravata dell’epoca? Quando Lot scelse la valle del Giordano per la sua ricchezza la Torà coglie l’occasione per sottolineare che “Gli abitanti di Sodoma erano malvagi e peccatori nei confronti dell’Eterno assai” (ibid., 13).

    Rashì (Francia, 1040-1105), citato da Me’am Lo’ez, commenta che da qui si impara che quando si menziona una persona malvagia bisogna menzionare immediatamente le sue azioni depravate. Pertanto quando la Torà racconta che Lot andò ad accamparsi a Sodoma, la Torà menziona che erano malvagi. Nell’ultimo capitolo del trattato Sanhedrin (107b) i maestri si dilungano nell’elencare le malefatte degli abitanti di Sodoma. Essi spiegano: “Malvagi: con il loro denaro; peccatori: con il loro corpo; nei confronti dell’Eterno: che erano miscredenti; assai: che si macchiavano dei sangue di persone innocenti”.  

    R. Yehudà Loew (Poznan, 1520-1609, Praga) noto come il Maharal di Praga inChiddushè Aggadòt a Sanhedrin afferma che i peccati degli abitanti di Sodoma vengono elencati in ordine di gravità. Prima i peccati commessi con il denaro che sono una cosa esterna alla persona; poi quelli corporei che sono più gravi perché si corrompe il fisico; ancora peggio quando si disconosce la divinità. Ma il peccato peggiore è quello di uccidere il prossimo che è un peccato irreparabile ed è peggio della miscredenza perché se si pecca nei confronti dell’Eterno non Gli si fa alcun danno.

    R. Shimshon Refael Hirsch (Amburgo, 1808-1888, Francoforte) nel suo commento alla Torà scrive Lot si separò da Avraham “Perche il territorio non li poteva contenere stando insieme” (ibid., 13:6). E spiega che se non c’è fiducia reciproca tutto deve essere separato. Se Avraham e Lot fossero stati compatibili non ci sarebbe stato bisogno di separarsi. Per Lot l’unica cosa che contava erano i profitti, mentre Avraham dava importanza a cose più elevate. Cosa era cambiato in Lot?

    R. Elie’ezer Ashkenazi (Italia, 1513-1584, Cracovia) che fu rav di Cremona, nella sua opera Ma’asè Hashem (Lekh Lekhà, cap. 5) afferma che tra Avraham e Lot si era creata una profonda separazione ideologica tanto che i maestri nel Midràsh(Bereshìt Rabbà, 41:7) riguardo al versetto “E Lot partì verso oriente” (ibid., 13:11) dicono che Lot partì e si allontanò dal Creatore del mondo. La separazione ideologica era avvenuta per via della partenza verso l’Egitto a causa della carestia (ibid., 12:10). NellaMishnà Avòt (5:3) è scritto: “Dieci prove ebbe a subire Avraham nostro patriarca e e resistette a tutte”. La terza fu quella di dover emigrare in Egitto poco tempo dopo il suo arrivo alla terra lui promessa e la quarta quando il Faraone gli portò via la moglie Sara. Con tutto ciò Avraham tornò negli stessi luoghi dove era stato al suo arrivo da Charàn e ricominciò a diffondere il monoteismo. Lot invece non resistette alla prova e perse fede nella Provvidenza. In Egitto vide l’opulenza del paese irrigato dal Nilo e la vita felice e tranquilla dei malvagi mentre dove abitava Avraham c’era la carestia. Per Lot l’Egitto e poi Sodoma erano diventati il Gan ‘Eden.

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