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    Mondo

    NY Fashion Week: il designer chiude la sfilata con l’Hatikva

    Alla New York Fashion Week lo stilista israeliano Kobi Halperin aveva un messaggio da mandare a tutti, oltre la bellezza dell’haute couture: la speranza. Halperin ha infatti concluso la sua sfilata, della collezione autunno- inverno 2024 intitolata “Illumination of Hope”, agli Splashlight Studios di Soho, con l’esecuzione di una versione strumentale dell’Hatikvah”, l’inno nazionale israeliano.
    “Mi sembrava la cosa più giusta da fare”, ha detto Halperin, 51 anni, alla settimana della moda di New York. “È stato il momento perfetto per far capire alle persone come noi israeliani ci sentiamo ora” ha aggiunto per commentare il suo show, che è stato visto più di 160.000 volte sull’account Instagram “Jews of NY”. “Sono così colpito dal fatto che questo momento sia riuscito ad emozionare così tante persone. Questo è più importante di qualsiasi altra cosa: è più importante anche della stessa settimana della moda” ha concluso.
    L’intera collezione ready-to-wear di Halperin, che presenta più di 50 look principalmente in colori come: crema, nero, pro e argento, è ispirata ai suoi ricordi d’infanzia dello Shabbat, come rivelato dallo stilista alla Fashion Week. Gli abiti bianchi, che hanno aperto lo spettacolo, sono stati influenzati dal concetto della sposa nell’ebraismo e all’importanza del colore bianco utilizzato durante lo Shabbat, come ad esempio le candele, che per Halperin simboleggiano da sempre tristezza e speranza.
    “Accendere le candele rappresenta l’inizio dello Shabbat. Il vedere la cera che sgocciola rappresenta la tristezza e i ricordi delle persone che non sono più con noi” ha spiegato Halperin. “Ma le candele sono anche la luce alla fine dei tunnel, un forte simbolo di speranza”.
    Non solo, le modelle hanno infatti sfilato sulle note di “Eshet Chayil” e “Lecha Dodi”. Gli arrangiamenti musicali, suonati da una band dal vivo, sono stati composti dal produttore musicale israeliano Joseph E-Shine Mizrachi. “L’intera collezione è stata fondamentalmente ispirata al mio patrimonio religioso” ha detto Halperin, che è cresciuto a Netanya e ora vive a New York. “Sono cresciuto in una famiglia religiosa e se c’è qualcosa che mi manca, è l’atmosfera dello Shabbat. Ricordo con malinconia questo fantastico momento in Israele il venerdì: tutto chiudeva, il silenzio scendeva anche il cielo sembrava schiarirsi con l’arrivo dello Shabbat”.
    Halperin si è trasferito a New York 25 anni fa dopo essersi laureato allo Shenkar College of Engineering and Design in Israele. Dopo aver lavorato per il collega designer israeliano Elie Tahari, così come per Kenneth Cole, Halperin ha lanciato la sua linea, Kobi Halperin, nel 2015. Lavora anche come direttore creativo per il marchio francese Emanuel Ungaro. “Illumination of Hope” segna la prima sfilata di Halperin sotto la sua etichetta.
    La linea di Halperin, che sarà disponibile nei grandi magazzini come Bloomingdales e Saks Fifth Avenue, “incarna una sensibilità europea ed è riconosciuta per i suoi dettagli artigianali e la femminilità moderna”, come descrive lo stilista nel sui sito web.
    Per Halperin, creare questo momento di raccoglimento e speranza alla fine della sfilata è stato un modo per contribuire a qualcosa di positivo durante questo momento delicato. “È difficile per me giustificare la moda con tutto ciò che sta accadendo intorno a noi in questo momento”, ha detto. “Ecco perché mi piace pensare che sia importante anche cogliere questa opportunità per riunirci e stare insieme; per trovare ciò che abbiamo in comune e rispettare il prossimo, anche se diverso. Non possiamo fare altro che avere speranza e pregare per qualcosa di bello” ha concluso lo stilista.

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