Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Riapertura al pubblico cripta Mussolini. Il popolo social protesta, con qualche eccezione

    È di poco tempo la notizia della possibile riapertura al pubblico della cripta di Benito Mussolini, fortemente voluta dal nipote e approvata dal Sindaco di Predappio per “motivi turistici”.

    La famiglia dell’ex dittatore italiano torna a far parlare di sé proprio nella giornata del 16 ottobre, dove si ricorda il rastrellamento del ghetto di Roma avvenuto nel 1943. Alessandra Mussolini ha, infatti, annunciato sul suo profilo Twitter la messa in suffragio che si terrà il 27 ottobre nella Chiesa di San Cassiano, specificando che “il cimitero e la chiesa sono luoghi sacri che richiedono rispetto”. Un evento che poteva essere comunicato anche in un altro giorno, come hanno notato alcuni. 

    I social infiammano davanti a questo post ritenuto fuori luogo. In una giornata dove bisognerebbe ricordare tutte le persone deportate, i bambini mai tornati e le famiglie spezzate, forse il silenzio da parte della famiglia era la miglior cosa.

    Un rispetto che sarebbe stato dovuto, come scrivono su Twitter, “per chi ha perso la vita a causa delle leggi razziali del nonno”. 

    Fra i commenti, però, spuntano anche alcuni post favorevoli dove si fanno gli onori al Duce. Ciò denota come quello spettro del fascismo, quella nostalgia di Mussolini, non sia solo un frutto della nostra mente ma esiste. Non sono isterismi o manie di vittimismo, ma realtà. Ed è forse proprio questa malinconia di un totalitarismo che ha messo a terra l’Italia ciò che spinge ancor di più a ricordare quello che furono i decreti razziali e la deportazione. 

    Per un Paese democratico dove ogni diversità etnica o religiosa venga vista come un arricchimento e non come un ostacolo da abbattere per l’uniformità di una razza che si sovrappone alle altre come unica e imprescindibile. Perché questo purtroppo è stato 76 anni fa.

    CONDIVIDI SU: