Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ISRAELE

    La star di Fauda Amedi: “Tornerò a recitare. Se necessario anche a combattere”

    Le cicatrici delle schegge sono ancora ben visibili sul suo volto. E il braccio sinistro è ancora fasciato. Idan Amedi, noto in Italia per il suo ruolo di Sagi Tzur in Fauda, si è più volte commosso durante l’incontro con la stampa all’ospedale Sheba, poco prima del suo rilascio. Ma il suo recupero, dopo l’incidente dell’8 gennaio in cui è rimasto gravemente ferito in un’esplosione, è stato rapido. E l’attore e riservista ha dichiarato: “Il mio spirito è più forte che mai. Tornerò a recitare e cantare. Se potrò, tornerò anche a combattere in guerra”. I medici però dicono che ha ancora una lunga strada da percorrere per la completa riabilitazione. Quando Amedi è arrivato in ospedale, il suo viso era gravemente ustionato e, ha detto, “irriconoscibile”. Le schegge hanno perforato varie parti del suo corpo e molte ossa si sono fratturate. Nell’incidente, apparentemente provocato da un errore delle truppe in un’operazione del corpo del genio militare a Gaza, sei soldati sono rimasti uccisi e molti altri, tra cui Amedi, hanno riportato ferite di varie entità. Sommerso dall’affetto e dal sostegno dei fan in Israele e da tutto il mondo, l’attore Amedi ha chiesto lo stesso tipo di attenzione per tutti i soldati di Tsahal che stanno combattendo quella che ha definito “una guerra giusta”. Ha poi aggiunto che Israele non deve abbandonare gli ostaggi e deve rimanere unito per vincere. Si è detto turbato dalla visita ricevuta durante la convalescenza da Agam Goldstein-Almog, la donna rilasciata da Hamas che più di tutti è in prima linea nella campagna per la liberazione dei connazionali sequestrati a Gaza. “Mi ha fatto pensare molto. Per ricostruire la fiducia, dobbiamo riportare tutti a casa”. Poi ha chiesto “alcuni mesi di silenzio stampa” per completare la sua riabilitazione.

    Credit foto: Naama Frank Azriel/Sheba Med.Center

    CONDIVIDI SU: