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    Fiamma Nirenstein: “Mai più” siamo noi

    Il Giorno della memoria è alle porte e l’odio ebraico scorre nelle vene di molti. Per capire come si arrivi all’antisemitismo genocida, alla negazione dell’unicità della Shoah e alla sua banalizzazione, Shalom ha intervistato Fiamma Nirenstein, giornalista e scrittrice italiana che dal 2013 vive a Gerusalemme. “7 ottobre Israele brucia” è il titolo dell’intenso e corposo libro in uscita per Historica Edizioni.

    Chi era Gina Semetich?
    Sopravvissuta al campo di concentramento di Terezin, Gina Semetrich era stata trascinata là dalla Cecoslovacchia invasa dai nazisti. Il 7 ottobre 2023, all’età di 91 anni, era in Israele, a Kissufim, a quattro chilometri da Gaza. I nuovi nazisti assassini l’hanno trovata di nuovo, trascinata, picchiata, buttata per terra, uccisa. Perché era ebrea. Non è stata la sola sopravvissuta uccisa, o rapita o picchiata, e neppure la sola sopravvissuta che ha visto rapire i suoi nipoti. Era una donna che viveva nella bellezza della vita comunitaria ebraica israeliana, che aveva ricostruito la sua vita al confine con Gaza e l’ha persa per mano di un gruppo di assassini che si sono avventati su chiunque fosse ebreo, di qualsiasi età, di destra, di sinistra, uomo, donna, bambino e così è stata barbaramente e disumanamente uccisa.

    Shoah e antisemitismo genocida: come spiega l’odio ebraico?
    La Shoah ha caratteristiche che nessuna persona di buon senso metterebbe in discussione. I numeri della Shoah ci dicono che non c’è nulla di così gigantesco, enorme, organizzato nei minimi particolari. L’idea genocida di uccidere il popolo ebraico ritenendolo indegno di vivere è tornata il 7 ottobre. L’intenzione omicida che Hitler aveva espresso nel ‘Mein kampf’ è la stessa idea omicida che vedo nell’Iran che vuole annientarci con la bomba atomica. Dopo la strage di Be’eri o Kfar Aza, al grido di «Yehud yehud», dopo l’inseguimento degli ebrei nelle vie di New York, Londra, Parigi, Milano, è tornato l’antisemitismo genocida, il mostro che ha devastato la terra solo 75 anni fa.
    Gli antisemiti di oggi colpiscono non solo Israele ma tutti gli ebrei perché gli ebrei sono un popolo unito che ha realizzato il suo sogno del ritorno a casa e questo sogno è insopportabile per l’antisemita genocida che vuole gli ebrei di tutto il mondo morti.

    Cosa pensa dello Stato palestinese?
    I primi cui si dovrebbe porre la domanda sono i palestinesi, sono loro che dal 1948 hanno sempre rifiutato le ipotesi di uno stato anche nelle forme che proprio per loro sarebbero state più vantaggiose. Non ho niente in contrario, ma la condanna degli orrori del 7 ottobre deve essere chiara e inequivocabile, i palestinesi devono cessare di sostenere il braccio armato dei terroristi di Hamas come avviene ora per l’80% di loro; il loro futuro può realizzarsi tramite una presa di coscienza della realtà così come è avvenuto in passato per gli accordi di Abramo.

    Quale è la differenza tra il 16 ottobre 1943 e il 7 ottobre 2023?
    Questa volta noi non ci arrenderemo. Noi vinceremo. Sconfiggeremo l’antisemitismo sul campo una volta per sempre. Ciò che non si poté fare durante la Shoah oggi si può fare perché allora non c’era Israele. Oggi lo Stato ebraico esiste.

    ‘Mai più’ è adesso?
    Tutti gli ebrei del mondo hanno dentro di loro la memoria di una fuga, di una guerra, di un miracolo: c’è sempre in famiglia un avo, un nonno, una madre, tutte vittime dell’antisemitismo. Dopo la seconda guerra mondiale, il mondo aveva giurato ‘Mai più’. Exodus era arrivata in porto, il sogno mai abbandonato di decolonizzazione del Medio Oriente, in cui ci fosse posto anche per lo Stato ebraico, era stato la prima legittima affermazione di una promessa dopo Auschwitz.
    ‘Mai più’ lo deve dire la stessa Israele, nessuno glielo potrà impedire. Quello che il nuovo antisemitismo ignora è che è la prima volta in cui annichilire gli ebrei, con pogrom, stupro, sterminio, reclusione, non è più possibile. Per questo Israele deve purtroppo combattere: il mondo deve capire che non capiterà mai più che ebrei e israeliani si lascino uccidere in silenzio. Pensarlo, immaginare che non debbano difendersi perché segnati da qualche colpa originaria, è antisemitismo: quindi, per esempio, è segno di doppio standard, ovvero di antisemitismo, chiedere un cessate il fuoco che riproponga la minaccia di Hamas. Non lo si chiederebbe a nessuno. Se si vuole essere degni di dire ‘Mai più’ non ci sono scorciatoie, mai più siamo noi.

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