I liberati di
oggi
Anche il sesto gruppo di rapiti è stato liberato in
cambio del triplo numero di terroristi condannati e reclusi nelle carceri
israeliane. È bene precisare ancora, dato che su questo tema corre molta
propaganda anti-israeliana, che i rapiti
sono stati catturati il 7 ottobre a caso, nelle loro abitazioni, senza che mai
nessuno li abbia incolpati di niente se non di essere ebrei e quando fra essi
si parla di bambini, si intende quello che tutti capiscono: persone di due,
tre, sette, dodici anni sottratte ai loro genitori e disumanamente trattenuti,
mentre i detenuti scarcerati da Israele sono tutti stati riconosciuti colpevoli
di reati gravi, dal tentato omicidio all’uso di esplosivi e i “bambini” di cui
si parla sono adolescenti violenti, fino ai 18 anni d’età, addestrati alla
guerra fin da piccoli, come non solo Hamas ma tutti i movimenti palestinisti
fanno, utilizzando anche le scuole dell’Unrwa, un’organizzazione dell’Onu
finanziata anche dalle nostre tasse. I rapiti che ieri sono stati riconsegnati
a Israele sono due lavoratori thailandesi e dodici israeliani, incluse due
donne con doppio passaporto russo, cedute da Hamas in omaggio a Putin, come era
già accaduto con un loro concittadino, due giorni fa. Si tratta di Yelena
Trupanob (50 anni) and Irena Tati (73) del kibbutz Nir Oz, catturati con Sasha
(28 anni) e la sua fidanzata Sapir Cohen (29), che sono ancora nelle mani dei
terroristi. Gli altri ostaggi sono Gali Taranski, di 13 anni, catturata nel
Kibbutz Beeri dove si era nascosta con suo fratello Lior, ucciso sul posto;
Amit Shani dello stesso kibbutz, rapito insieme a lei; Ofir Engel di 17 anni
del Kibbutz Ramat Rahel; Liam Or di 18 anni; Itay Regev della stessa età; Raaya
Rotem di 54 anni, sempre del Kibbutz Beeri; Raz Ben-Ami di 57 anni; Yarden Roman
Gat di 36; Liat Atzili di 49; Moran Stella Tanai di 40.
Storie
terribili
Le loro sono storie di vite produttive, impegnate,
con passioni artistiche, sportive, lavorative, spesso con un impegno politico
in favore della pace con i vicini arabi, che sono state bruscamente interrotte
e in molti casi psicologicamente distrutte dalla barbarie degli assassini e
violentatori del 7 ottobre. Bisognerebbe narrarle tutte in un racconto
collettivo di speranza e di orrore, ma purtroppo non è possibile farlo qui.
Sempre riguardo ai rapiti e al loro trattamento, dalle narrazioni dei liberati
ogni giorno emergono nuovi particolari inquietanti. I lavoratori thailandesi
liberati e curati negli ospedali israeliani, che ieri sono stati festeggiati
prima della loro partenza per casa, hanno raccontato di essere trattati dai
terroristi meglio degli ebrei e di aver assistito a loro pestaggi con cavi
elettrici. Due rapiti hanno testimoniato di non essere stati detenuti nei
tunnel, come la maggioranza, ma di essere stati affidati in custodia a persone
“civili”, un insegnante dell’Unrwa e addirittura un medico, che li hanno
rinchiusi in locali angusti ed affamati. Alla luce di questa storia e anche
delle immagini terribili delle folle minacciose che premono per linciare i
rapiti durante la loro liberazione, la distinzione fra terroristi e popolazione
“innocente” di Gaza appare sempre più problematica. Del resto anche ieri uno
dei dirigenti dell’Autorità Palestinese, a lungo responsabile dei servizi di
sicurezza e candidato alla successione di Abu Mazen, Jibril Rajoub, ha fatto un
discorso lodando “l’eroica battaglia del 7 ottobre” e annunciando che presto si
vedrà lo stesso nei “territori occupati” di Giudea e Samaria.
Il
prolungamento del prolungamento
Oggi scadeva il prolungamento di due giorni della
tregua concordata di quattro, ma i combattimenti non sono ripresi. In Qatar i
servizi segreti israeliani, americani e i dirigenti di Hamas hanno concordato
un nuovo prolungamento di un giorno, per dar tempo alle trattative per uno
scambio più grande di svilupparsi. Questo nuovo accordo dovrebbe essere portato
nel voto del governo di Israele, dove però alcuni, come Smotrich e Ben Gvir si
oppongono risolutamente. Anche l’esercito, a quanto pare, è dell’idea di
riprendere la battaglia. Nel quadro di questo dibattito rientra anche la nuova
visita di Blinken che preme per una stabilizzazione della tregua, che sarebbe
in sostanza una vittoria per Hamas che riuscirebbe addirittura a restare
padrone di Gaza, e una sconfitta per Israele.
Il fronte interno
I servizi di sicurezza hanno smantellato del tutto i
vertici del più pericoloso gruppo terrorista della Samaria, quello di Jenin.
Alcuni episodi di terrorismo interno si sono verificati fra ieri e oggi. Il più
grave è stato un attacco alle porte occidentali di Gerusalemme, in cui sono
morti due israeliani e altri sono stati feriti. I due terroristi sono stati
liquidati.