Una delle fasi più importanti della campagna
terrestre dell’esercito israeliano negli ultimi giorni è la ricerca e
successiva distruzione dei pozzi e dei tunnel sparsi in tutta la Striscia di
Gaza. Nelle ultime settimane l’IDF si sta focalizzando su quelli situati nel
nord.
Secondo l’intelligence israeliana, Hamas dispone di
tunnel per attacchi, contrabbando e stoccaggio, e di decine di pozzi, che
possono condurre a ciascun tunnel a una profondità compresa tra 20 e 80 metri.
L’esercito ha dichiarato la scorsa settimana che finora sono stati distrutti
130 pozzi, mentre non ha fornito cifre relative ai tunnel demoliti.
In un briefing con i giornalisti, nella base di
Tze’elim, un ufficiale dell’esercito ha parlato di come avvengono le operazioni
di ricerca e demolizione della “metro di Gaza”. Distruggere un pozzo è
relativamente facile e veloce, ha detto l’ufficiale, aggiungendo:
“Qualsiasi plotone può farlo”. Mentre per quanto riguarda i tunnel la
situazione si complica. Infatti, dopo una prima fase di bonifica e mappatura,
che avviene attraverso l’utilizzo di robot localizzatori e altre tecnologie
gestite a distanza, per la fase successiva sono necessarie diverse tonnellate
di gel esplosivo per ogni poche centinaia di metri di tunnel. Questa fase della
campagna degli ingegneri dell’IDF, secondo l’ufficiale, potrebbe durare mesi.
Una prova dell’utilizzo di questo particolare
esplosivo è stata mostrata nei giorni scorsi, quando è stato individuato quello
che hanno descritto come l’ingresso di un tunnel di Hamas sotto un ospedale evacuato
nel nord di Gaza. Gli ingegneri dell’IDF hanno riempito il passaggio con gel
esplosivo e hanno attivato il detonatore. L’esplosione ha travolto l’edificio e
ha emesso fumo da almeno tre punti lungo una strada vicina in un quartiere
della città di Beit Hanoun. “Il gel si è diffuso ed ha fatto esplodere
qualunque cosa ci stesse aspettando nel tunnel”, ha detto l’ufficiale
dell’esercito ai giornalisti. Questo processo avviene ovviamente facendo
attenzione a non mettere in pericolo i tunnel che potrebbero contenere
ostaggi”.
Durante il briefing è stata spiegata anche quella
che è la politica dello Stato ebraico per quanto riguarda le modalità di
ingaggio. Per il momento l’esercito israeliano evita di affrontare i terroristi
palestinesi nei tunnel, dove avrebbero un vantaggio tattico. “Non vogliamo
andare laggiù. Sappiamo che ci hanno lasciato molti ordigni esplosivi
improvvisati”, ha detto il soldato. Una di queste bombe, la settimana
scorsa è stata sistemata da Hamas sulla copertura di un pozzo di accesso al
tunnel, causando la morte quattro riservisti delle forze speciali.