Il fronte di Gaza
L’accerchiamento della città di Gaza, roccaforte di Hamas, è
completo. La Striscia è divisa in due parti. La porzione settentrionale è
tagliata fuori da quella meridionale. In mezzo c’è una zona fittamente
urbanizzata, da cui l’esercito israeliano ha cercato di far sfollare la
popolazione civile per non danneggiarla, riuscendoci però solo in parte perché
Hamas ha cercato di impedire in tutti i modi l’evacuazione, per usare i civili
come scudo umano. Al centro di questa
zona c’è l’ospedale principale di Shifa, sotto il quale si nasconde lo stato
maggiore dei terroristi, coi loro centri di comando e di controllo. Questo è
l’obiettivo che l’esercito israeliano dovrà raggiungere per decapitare Hamas;
ma arrivarci non sarà facile perché si tratta prima di conquistare prima la
città. Nella nottata aerei ed elicotteri da combattimento e artiglieria,
diretti dalle forze di fanteria della Brigata Nahal, hanno colpito e ucciso
diversi terroristi di Hamas. Sono stati eliminati diversi comandanti
terroristi. L’esercito ha comunicato che quattro soldati sono caduti in questi
combattimenti.
L’attività umanitaria e gli Usa
Intorno a Gaza vi è anche una notevole attività umanitaria,
accettata e in parte gestita da Israele. Circa 620 cittadini stranieri si
preparano a lasciare oggi la Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah.
367 di loro sono cittadini americani. Fonti arabe riferiscono che cinquanta camion
di soccorsi alimentari e medici si stanno dirigendo per essere ispezionati al
valico di Nitsana, in preparazione al loro ingresso nella Striscia di Gaza
attraverso il valico di Rafah. Israele
ha anche fatto rientrare nella Striscia attraverso il valico di Kerem Shalom,
nel sud degli abitanti di Gaza catturati in Cisgiordania e in Israele,
risultati estranei al massacro terrorista del 7 ottobre e in genere al
terrorismo. Fonti americane riferiscono che vi è stata una fitta attività di
droni sulla parte meridionale della Striscia, nel tentativo di localizzare gli
ostaggi. Sempre dagli Stati Uniti arrivano espressioni concrete di appoggio a
Israele. La vicepresidente Kamala Harris ha pubblicato una dichiarazione in cui
dice che l’attuale amministrazione sostiene pienamente l’azione israeliane e la
Camera dei rappresentanti ha approvato un finanziamento di 14,3 miliardi di
dollari per lo Stato ebraico. Il segretario di Stato americano Anthony Blinken
è sbarcato in Israele. Sono previste trattative molto difficili per la
richiesta americana di consentire l’invio di carburante a Gaza.
La situazione in Giudea e Samaria
Una delle attese strategiche di Hamas è l’apertura di un
fronte a est del territorio israeliano, in particolare nelle zone di Giudea e
Samaria sotto il controllo (reale o nominale) dell’Autorità Palestinese, in cui
nell’ultimo anno è emersa una sorta di guerriglia a bassa intensità, in
particolare in luoghi come Jenin Nablus (in ebraico Shechem), Huwarra. Le forze
di sicurezza israeliane hanno lavorato duramente in queste settimane per
prevenire questo rischio. Anche ieri notte sono intervenute massicciamente: i
palestinesi riferiscono di cinque terroristi morti a Jenin, due a Hebron, uno
nel campo profughi di Qalandiya e un altro morto a Nablus. Le forze israeliane
hanno operato tutta la notte a Jenin e nel “campo profughi” della città (che in
sostanza è da decenni un suo quartiere molto popolato, senza le caratteristiche
provvisorie di un “campo”) per distruggere le infrastrutture terroristiche ed
effettuare arresti. Diversi attacchi aerei sono stati effettuati a Jenin e i
bulldozer dell’IDF hanno lavorato particolarmente duramente per “radere le
strade” cioè per eliminare le bombe nascoste sotto l’asfalto per attaccare
i veicoli militari. Nel “campo profughi
Askar” (anch’esso un quartiere e non un campo) di Nablus è stata fatta saltare
in aria la casa del terrorista Khaled Kharosha, per il suo coinvolgimento
nell’attentato in cui sono morti i fratelli Yaniv a Hawara.
Il conflitto con Hezbollah
Il fronte settentrionale, nel frattempo, lentamente si sta
scaldando. Ieri sera, le forze israeliane hanno eliminato una cellula
terroristica nel complesso dell’organizzazione terroristica di Hezbollah in
territorio libanese e hanno colpito l’infrastruttura dell’organizzazione, in
risposta alla sparatoria effettuata dal territorio libanese al territorio
israeliano. Sempre nella notte, un carro armato Merkavà ha attaccato una cellula terroristica che
cercava di lanciare missili anticarro dal territorio libanese verso quello
israeliano nella zona del Monte Dov in Golan. Si parla con insistenza della
consegna a Hezbollah da parte del gruppo Wagner (interamente controllato da
Putin) del nuovo sistema antiaereo russo SA22, che sarebbe una seria minaccia
per gli aerei israeliani. Vi è molta attesa per un discorso teletrasmesso molto
preannunciato del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah che sarà tenuto questo
pomeriggio. Alcuni credono che potrebbe annunciare l’intenzione di entrare in
guerra contro Israele al fianco di Hamas, il che sarebbe uno sviluppo
importante della guerra. Il leader libanese cristiano Geagea l’ha ammonito a
non farlo, per evitare la distruzione del paese. Dato che ha poco senso
militare oggi dichiarare una guerra in diretta televisiva, molti pensano che
Nasrallah farà dichiarazioni roboanti, ma senza sviluppi concreti.