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    ‘’Ti voglio bene’’, l’ultimo messaggio alla sorella. Storie di eroismo e solidarietà

    In un momento così tragico per la storia dello Stato d’Israele fanno luce atti di incredibile coraggio, determinazione e forza d’animo compiuti da uomini e donne.  Persone che hanno sacrificato la loro vita, come la ventiduenne Amit Mann, operatrice di primo soccorso del Magen David Adom nel kibbutz Be’eri che, pur avendo l’opportunità di fuggire dai terroristi, ha scelto di restare per aiutare i feriti. Il suo ultimo messaggio è stato per la sorella “Ti voglio bene”. I giovani coniugi Itay e Hadar Berdichevsky del kibbutz Kfar Aza, che, dopo aver nascosto i loro gemelli di 10 mesi nella safe room, salvandoli così dal massacro, hanno imbracciato i fucili in uno scontro senza speranza.

    Tra le tante storie di eroismo c’è anche quella di Shimon Portal, ufficiale dell’intelligence del distretto meridionale della polizia israeliana, che sabato 7 ottobre, giorno in cui Hamas ha lanciato l’attacco contro Israele, è riuscito a mettere in salvo otto persone.

    Quando ha ricevuto il messaggio di sua figlia Neta, che lo avvisava della presenza dei terroristi nel kibbutz Kfar Aza, ha risposto senza esitare: “Arrivo” – ha raccontato l’agente a Channel 13 News. 

    Durante il tragitto per giungere al kibbutz, a circa un’ora di distanza, è scampato ai colpi che i terroristi sparavano contro la sua auto. “Sto guidando all’impazzata verso il kibbutz. Mi sparano, sparano alla mia macchina ma io vado avanti”, ha aggiunto l’uomo. Fermato in una stazione di servizio ha soccorso un altro agente di polizia, ferito da un terrorista.

    Quando ha raggiunto la casa di Neta, i miliziani stavano cercando di aprire la porta della safe room dove lei e il suo ragazzo, Santiago, erano nascosti. Portal si è avvicinato gridando il nome della figlia, ma non appena ha visto tre bambini terrorizzati, nascosti in una casa vicino, li ha portati nella sua macchina, mettendoli in salvo. Subito dopo è riuscito anche a soccorrere altre due persone, scappate dalla loro casa data alle fiamme. 

    È durato quasi tre ore lo scontro tra Portal, alcuni soldati israeliani e 15 terroristi, prima che l’agente di polizia potesse riabbracciare la figlia ferita. “Sono stata colpita da un proiettile al piede destro. Santiago al piede sinistro da un colpo sparato attraverso la stanza blindata”, ha ricordato Neta. 

    Portal ha raccontato di non riuscire ancora a dormire. I suoi pensieri vanno ai bambini che ha salvato: “Non so chi siano quei bambini. Devo sapere che stanno bene”. “Ho un padre eroe. – ha detto Neta – Anche il mio ragazzo è un eroe. Nessuno dei due ha smesso di lottare per me. Erano pronti a sacrificare la loro vita per me”.

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