Presentato al
Museo Ebraico di Roma il libro “Giudaismo e Romanità. A partire
dall’«Hérodias» di Flaubert”, di Giovanni Iudica, Ada Gigli Marchetti, Tommaso
Dalla Massara. L’iniziativa si è tenuta alla presenza del Rabbino Capo di Roma
Riccardo Di Segni, della Vicepresidente della Comunità Ebraica e Assessore alla
Cultura Antonella Di Castro e di molte altre autorevoli voci del mondo
accademico e religioso che sono intervenute nel corso della presentazione. “
I due termini che connotano la giustizia sono la giustizia giusta è quella misericordiosa: la giustizia deve essere contemperata con la misericordia non ci può essere giustizia senza misericordia, non ci può essere misericordia che non tenga anche conto dei criteri di giustizia.
Il profondo
e interessante saggio è incentrato sulla radicale assenza nella cultura romana
di un ponte di comunicazione tra giudaismo e romanità.
“La
presentazione di questo libro mi ha dato l’opportunità di conoscere
l’associazione “La scuola della cattedrale”, un’organizzazione che promuove
dibattiti e incontri di cultura varia, per promuovere il dialogo tra le
molteplici culture. Il Benè Berith, di cui sono presidente, da sempre è in
prima linea per il dialogo nella diversità e per far conoscere la cultura
ebraica – ha spiegato a Shalom Sandro Di
Castro, Presidente del Benè Berith – La presentazione di questo libro ci dà la
possibilità di parlare del diritto ebraico e sfatare una serie di affermazioni
errate che molte volte sono state all’origine di antisemitismo e intolleranza.
Spero che questo incontro sia il primo di una serie di dibattiti e
approfondimenti per far conoscere il punto di vista delle nostre religioni su
temi che sono anche di attualità” ha concluso Di Castro.
L’incontro
è stato un interessante punto di riflessione non solo sulla questione del
diritto nell’ambito ebraico, ma un affascinante viaggio all’interno
dell’Hérodias di Flaubert. Un mix di fili colorati e riflessioni che si sono
intrecciati, in maniera diversa, attorno alla figura di Erode Antipa. “Questo
libro mi ha stimolato, anzi ri-stimolato la rilettura del testo di Flaubert. Un
testo che porta a profonde valutazioni giuridiche” è intervenuto Rav Benedetto Carucci
Viterbi, che ha poi aperto un interessante discussione con il pubblico
presente, in particolare con il Professor Alpa, avvocato e giurista. “Il ruolo
dell’uomo di fronte alla parola scritta e alle prescrizioni comportamentali è
qualcosa di particolare. Di solito le norme di diritto devono essere chiare e
dirette, eppure la parola divina è diversa, e capirne il significato è una
lotta continua. Quasi una contraddizione”.
“La parola
divina è volutamente ambigua. La ricerca del senso della parola divina lascia
aperte numerose possibilità. La logica divina non è quella di Aristotele. E
soprattutto nella parola divina non vige il
principio di non contraddizione. Tuttavia, nel rapporto tra gli umani
bisogna trovare un accordo, un compromesso o comunque delle norme che
permettano una vita condivisa” ha replicato Rav Carucci.
Una
discussione ricca di sfaccettature che, partendo dal tema centrale del saggio,
si è dipanata verso molteplici riflessioni. “Leggere e poi scrivere questo
testo questa è stato magnifico. Oggi all’interno di questo luogo meraviglioso
resterà un eco di riflessioni etiche, religiose e giuridiche” ha concluso il Professor Tommaso della
Massara, coautore del libro.