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    Dal Tevere a Ostia, alla scoperta di un’altra Roma ebraica

    La presenza degli ebrei a Roma si riconduce solitamente alle due sponde del Tevere che si trovano nei pressi dell’Isola Tiberina: l’area del Portico d’Ottavia, dove tra il 1555 e il 1870 gli ebrei furono rinchiusi nel ghetto e dove tutt’ora sorge il Tempio Maggiore, e il quartiere di Trastevere, dove sono accertati stanziamenti precedenti, almeno dal Medioevo. Ma la bimillenaria presenza degli ebrei nella Capitale si lega anche a tante altre aree della città: proprio per ampliare questi orizzonti, in occasione della 24esima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, la Comunità di Roma ha realizzato una serie di iniziative, come quella che ha portato un centinaio di persone a Ostia antica, punto di riferimento culturale e commerciale in epoca romana dove gli ebrei erano presenti e pienamente integrati.

    Per arrivare al cosiddetto “mare di Roma” è stato proposto un mezzo particolare, un battello sul Tevere, che dall’imbarco di Ponte Marconi ha navigato per 40 km di fiume fino al parco archeologico ostiense. Una scelta non casuale: il Tevere, infatti, come ha spiegato Gabriella Yael Franzone dell’Archivio Storico della Comunità, ha rappresentato nei secoli la principale rotta su cui viaggiavano le merci destinate al commercio ed è stato crocevia strategico per le comunicazioni, divenendo punto di riferimento anche per la componente ebraica presente in città dal II secolo a.e.v. 

    La gita ha permesso sin dalle sue prime fasi di scoprire una Roma diversa, vista dal livello del fiume. Sono stati così apprezzati flora e fauna che caratterizzano tutto il percorso, con anguille, cefali, aironi cenerini, tartarughe, cormorani. Ma è stato possibile anche scoprire il ruolo del Tevere nella storia, con gli antichi romani che lo risalivano con le chiatte trainate dai buoi in un percorso che dal porto di Ostia a quello di Ripa Grande (a Porta Portese) durava tre giorni.

    Poi l’arrivo al Parco Archeologico di Ostia antica, con alcuni rappresentati della Comunità pronti ad accogliere i visitatori d’eccezione.

    “La Giornata della Cultura ci permette di valorizzare concetti come la bellezza e la conoscenza, che rappresentano strumenti fondamentali per combattere l’ignoranza, il pregiudizio, l’antisemitismo, e ci consentono di mostrare al mondo la cultura e le tradizioni ebraiche e di raccontare il contributo fondamentale che l’ebraismo ha dato all’Italia” ha sottolineato l’Assessore alla Memoria Daniele Regard.

    Il significato della tappa ad Ostia antica è stato spiegato da Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento Cultura della Comunità. “Ostia antica con la sua sinagoga rappresenta il centro dell’ebraismo che si rifonda dopo la fine del Tempio di Gerusalemme, distrutto dal futuro imperatore Tito nel 70”.

    “Quella di Ostia antica è la più antica sinagoga del Mediterraneo occidentale – ha illustrato Alessandro D’Alessio, Direttore del Parco Archeologico – Non è l’unica testimonianza di questa presenza: vi è infatti anche un ricco patrimonio epigrafico della comunità ostiense, che arricchisce di dettagli e testimonia con forza la più antica presenza ebraica in Italia”.

    Il folto gruppo è dunque partito nel peculiare tour, contraddistinto dalle spiegazioni della storica dell’arte Sara Procaccia alternate alle performance di attori e cantanti del Teatro Mobile. Tra i canti di Evelina Meghnagi e le letture di passi biblici e di storici come Giuseppe Flavio, è così stato possibile scoprire come a Ostia per secoli si sia costituito un ebraismo integrato, forte, libero, legato alle dinamiche socioeconomiche della città ma deciso nel preservare il proprio culto e le proprie tradizioni. Da questa volontà infatti sorse la sinagoga, costruita nella prima metà del I secolo d.e.v., poi modificata e ampliata fino al III-IV secolo: un edificio complesso, dove vi erano anche sale di studio, bagno rituale, forno per le azzime di Pesach che oggi possono ancora essere identificati. Significativo anche il fatto che sorgesse in un punto strategico, nei pressi di dove in passato arrivava il mare e quindi le principali rotte commerciali, ma anche nel cuore dello stesso parco archeologico, non lontano dalle varie corporazioni. 

    Girando tra ruderi e reperti si respira il carattere di Ostia antica, dove vi sono anche i resti di diversi luoghi di culto: la dimostrazione del melting pot che caratterizzava la cittadina.

    Al termine di questa lunga passeggiata si può tornare sul battello e ripercorrere il Tevere in direzione della sorgente: c’è un po’ di fatica per il caldo estivo della giornata, ma soprattutto un grande entusiasmo per la consapevolezza di una storia ebraico-romana più ampia di quanto si pensasse e con ancora altre potenzialità da esplorare.

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