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    Presentate le iniziative romane per la Giornata della Cultura Ebraica

    Al Museo
    Ebraico di Roma è stata presentata la Giornata Europea della Cultura Ebraica,
    che si terrà domenica 10 settembre. La 24esima edizione, coordinata e promossa
    dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sarà dedicata alla ‘Bellezza’; si
    terrà in 101 località in 16 regioni e naturalmente la Comunità Ebraica di Roma
    vi ha aderito con numerose iniziative che si svilupperanno in varie zone della
    città.

    A
    presentarle il neopresidente della Comunità ebraica Victor Fadlun,
    la vicepresidente e assessore alla cultura Antonella Di Castro, il Rabbino Capo
    di Roma Riccardo Di Segni, l’Ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar, la
    presidente della Fondazione del Museo ebraico di Roma Alessandra Di Castro, la
    direttrice del Museo Olga Melasecchi.

    La Giornata
    sarà caratterizzata sin dal mattino da visite guidate che consentiranno di
    scoprire i luoghi e la cultura dell’ebraismo romano; è previsto poi l’ingresso
    gratuito al museo ebraico, dove si possono ammirare i tesori custoditi alle
    spalle del Tempio maggiore di Roma, che consentono di ripercorrere la storia
    della comunità attraverso l’arte, con argenti di straordinaria fattura,
    manoscritti, tessuti raffinati e tanto altro.

    Già sold
    out dopo poche ore il “viaggio sul Tevere” che traghetterà i fortunati
    attraverso un tour in battello fino al parco archeologico di Ostia antica per
    ammirare i resti della sinagoga.

    La bellezza
    è sin dall’antichità oggetto di studi filosofici, culturali, psicologici e
    sociologici. L’approccio ebraico al tema bellezza non è né semplice né banale:
    un’anticipazione dell’importanza e delle contraddizioni sul tema stesso sono
    state messe in luce dal Rabbino Capo, secondo cui l’ebraismo ha “qualche
    problema con la bellezza”. «Abbiamo una diversità di approccio al tema della
    bellezza. Basta andare in un luogo di culto non ebraico, Roma è la capitale del
    cristianesimo, per vedere come la bellezza sia coltivata nelle chiese con
    immagini bidimensionali, tridimensionali, con statue. È una prosecuzione della
    cultura antica mediterranea greca e romana. Se entrate in una sinagoga invece
    non troverete niente di questo, ma ciò non vuol dire che non ci sia bellezza,
    ma che c’è una bellezza differente. Basta affacciarsi nelle sale del museo per
    vedere come la bellezza sia stata coltivata con estrema cura. Soprattutto in
    Italia, dove c’è un rapporto con l’arte particolarmente radicato» ha spiegato
    Rav Di Segni. Dunque, nell’ebraismo c’è un rapporto diverso con la bellezza, un
    rapporto che trova il proprio legame con i sensi stessi dell’uomo. «Tutto
    discende dal fatto che quello tra i cinque sensi privilegiato dall’ebraismo è
    l’ascolto, l’udire, la parola e non la vista. L’ascolto è una successione di
    suoni e quindi qualcosa legato al tempo, mentre la vista è legata allo spazio.
    Sono due dimensioni diverse. L’ebraismo privilegia quella dell’ascolto. La
    vista può essere ingannevole, anche se questo non vuol dire che non conti. In
    questa giornata dedicata alla bellezza verranno declinate tutte le possibilità
    ebraiche di vivere questa contrapposizione. Ci troviamo di fronte ad una
    differenza culturale che comunque non significa cancellazione ma elaborazione».

    Il
    Presidente della Comunità Victor Fadlun ha esaltato il patrimonio culturale e
    artistico ebraico romano e la bellezza di argenti, tessuti e oggetti rituali
    oggi esposti nel museo ebraico. «Sono oggetti unici perché prodotti con stile
    romano ma oggetto di grandi influenze del mondo sefardita. Gli artisti venuti a
    Roma dopo la cacciata dalla Spagna e coloro che con grandi vicissitudini nei
    secoli sono giunti nella Capitale, hanno portato le loro capacità e le loro
    competenze nei vari campi sociali, non ultimo quello artistico. Si è arrivati
    ad una fusione di stili che hanno prodotto esempi unici. Alcuni oggetti sono
    stati realizzati dagli stessi artisti che lavoravano per famiglie di principi
    romani o anche per il Papa» ha spiegato Fadlun. Il neopresidente ha inoltre
    espresso un augurio di inclusività, ricordando come «l’accoglienza data nella
    Roma rinascimentale dal punto di vista ebraico ha portato ad un risultato
    artistico notevole».

    Il vasto
    programma della ventiquattresima edizione della cultura ebraica è stato
    approfondito dalla vicepresidente Antonella Di Castro: «Riteniamo che la
    diffusione della cultura sia il mezzo principe per la reciproca conoscenza e
    per l’avvicinamento delle persone. Attraverso la conoscenza degli altri siamo
    in grado di scoprire noi stessi, tra similitudini e differenze; inoltre, ci
    aiuta a trovare un terreno di comprensione, a farci scoprire dagli altri e ad
    essere in grado di promuovere il nostro senso dell’etica e di combattere
    pregiudizi».

    Alessandra
    Di Castro, presidente della Fondazione del Museo Ebraico di Roma, ha invitato a
    partecipare numerosi alla Giornata e ha annunciato la presentazione domenica
    mattina di  «un volume importante, un
    testo con le nuove scoperte e le novità dei musei ebraici; si potranno inoltre
    ammirare due volumi a stampa del ’600-’700 sulle leggi suntuarie, che nel
    ghetto limitavano i comportamenti degli appartenenti alla comunità».

    Tra le
    numerose iniziative anche “La bellezza è negli occhi di chi guarda” che vedrà
    la speciale partecipazione dello scrittore israeliano Assaf Gavron.
    L’Ambasciatore di Israele Alon Bar ha salutato con entusiasmo la partecipazione
    dello scrittore: «Sono felice che tra gli ospiti ci sarà Assaf Gavron,
    scrittore israeliano di grande talento, molto apprezzato dal pubblico italiano,
    che saprà dare un contributo prezioso sul tema di questa edizione, quale quello
    della bellezza».

    Domenica 10
    sarà dunque una giornata densa di eventi per tutti i gusti. Il presidente
    Fadlun attraverso Shalom invita tutta la comunità a partecipare:  «Siamo i primi che dobbiamo prendere coscienza
    e avere orgoglio per il meraviglioso e unico patrimonio artistico che la nostra
    comunità nei secoli ha contribuito a creare in Italia. Lancio un appello a
    tutti affinché vengano a visitare i nostri luoghi per acquisire una cultura del
    bello che potremmo poi trasferire in tutti gli ambiti della nostra vita». Con
    l’augurio di una buona e “bella” Giornata della Cultura Ebraica a tutti!

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