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    Jerusalem Foundation, ristrutturato il centro ‘Emilio Cesare Ottolenghi Youth Club’ per i ragazzi di Kyriat Menachem

    Rispondere ai bisogni sociali, sanitari e comunitari delle persone più vulnerabili dei quartieri di Gerusalemme senza distinzione di cultura e religione. È questo lo scopo della Jerusalem Foundation, che, tra i numerosi progetti sostenuti e realizzati, ha contribuito alla ristrutturazione del centro “Emilio Cesare Ottolenghi Youth Club” per i ragazzi di Kyriat Menachem. 

    In questo quartiere risiedono circa 20mila persone, molti ‘olim chadashim’, nuovi immigrati, che provengono principalmente dai Paesi dell’ex Unione Sovietica e dall’Etiopia. Numerose famiglie si trovano in condizioni di svantaggio sociale. Un terzo dei 1.824 giovani tra i 12 e i 18 anni, che vive a Kyriat Menachem, necessita di intervento.

    In risposta a questa esigenza, grazie alla generosità della famiglia Ottolenghi, è stato rinnovato un centro giovanile dedicato alla memoria dell’imprenditore italiano Emilio Cesare Ottolenghi z.l.

    Attraverso l’impegno degli educatori, dei volontari e soprattutto delle iniziative promosse dal direttore Roi Trebelsi sono oltre 300 i ragazzi che frequentano e gestiscono il centro stesso. I giovani non solo sono coinvolti in attività utili alla collettività, ma viene data loro l’opportunità di seguire corsi affinché siano in grado di sviluppare capacità di leadership che possano proiettarli verso un futuro migliore.

    «L’intenzione è di potenziare il volontariato nel quartiere – ha spiegato Trebelsi – L’anno prossimo continueremo con il secondo anno del progetto ‘Forstart’, in cui i giovani istruiranno i bambini più piccoli in campo tecnologico. Abbiamo in programma di coinvolgere i ragazzi anche nella ristrutturazione delle case delle famiglie meno abbienti che lo richiederanno, sotto la guida di esperti volontari. Vogliamo inoltre far partire un secondo gruppo di SHAKEL, ‘moschettone’, in cui integrare i ragazzi della comunità etiope. Si tratta di esperienze avventurose all’aperto e di percorsi di leadership».

    Tra gli obiettivi «c’è anche quello di rafforzare la relazione genitori-adolescenti attraverso una serie di incontri in cui le coppie di partecipanti sperimenteranno dei laboratori incentrati sui rapporti interpersonali e la comunicazione – ha aggiunto Trebelsi – Per fare tutto questo sarà necessario assumere un secondo coordinatore, allo scopo di poter rispondere alle esigenze dei ragazzi e migliorare la qualità del contatto con i giovani».

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