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    Dall’Università di Tel Aviv parte un nuovo nano-vaccino per il melanoma

    Arriva dalla Tel Aviv University – TAU una scoperta con delle potenzialità rivoluzionarie nell’ambito della prevenzione e del contrasto ai tumori della pelle. Per ora l’evidenza è solo su modelli murini (topi), ma filtra ottimismo per un’efficace implementazione a livello clinico in tempi non troppo lunghi.

    I ricercatori dell’ateneo israeliano hanno sviluppato un nuovo nano-vaccino per il melanoma, che rappresenta la forma più aggressiva di cancro alla pelle. Il loro approccio innovativo ha dimostrato effetti positivi nella prevenzione e nel trattamento dei tumori primari e delle metastasi risultanti dal melanoma. Il focus della ricerca è stato una nanoparticella che costituisce la base del nuovo vaccino.

    Il team internazionale che ha realizzato questo studio è formato da scienziati israeliani e portoghesi che hanno lavorato presso la Tel Aviv University. Coordinatore è stato il Prof. Ronit Satchi-Fainaro, Presidente del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia e Capo del Laboratorio per la ricerca sul cancro e la nanomedicina presso la Facoltà di Medicina di Sackler della TAU, coadiuvato dalla Professoressa Helena Florindo dell’Università di Lisbona; hanno condotto lo studio la Dott.ssa Anna Scomparin e il Dott. João Conniot. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati all’inizio di agosto sulla rivista scientifica “Nature Nanotechnology”.

    Il melanoma si sviluppa nelle cellule della pelle che producono melanina o pigmento della pelle. “La guerra contro il cancro in generale, e il melanoma in particolare, è progredita nel corso degli anni attraverso molteplici modalità di trattamento, come chirurgia, chemioterapia, radioterapia, immunoterapia; un approccio basato sul vaccino, già efficace contro varie malattie virali, non è ancora individuato come soluzione contro il cancro – spiega il Prof. Satchi-Fainaro. – Nel nostro studio abbiamo dimostrato che è possibile produrre un nano-vaccino efficace contro il melanoma e sensibilizzare il sistema immunitario alle immunoterapie”.

    I ricercatori hanno sfruttato minuscole particelle, di circa 170 nanometri di diametro, realizzate con un polimero biodegradabile. All’interno di ciascuna particella, hanno inserito due peptidi: brevi catene di aminoacidi, che sono espresse nelle cellule di melanoma. Hanno quindi iniettato le nanoparticelle (o “nano-vaccini”) in un modello murino con melanoma. “Le nanoparticelle hanno agito proprio come i vaccini noti per le malattie virali – ha dichiarato il Prof. Satchi-Fainaro. – Hanno stimolato il sistema immunitario dei topi e le cellule immunitarie hanno imparato a identificare e ad attaccare le cellule contenenti i due peptidi, ossia cioè le cellule con melanoma. Ciò significa che, il sistema immunitario dei topi immunizzati attaccherà eventuali cellule colpite da melanoma”.

    I ricercatori hanno quindi esaminato l’efficacia del vaccino in tre diverse condizioni.

    Innanzitutto, il vaccino ha dimostrato di avere effetti profilattici: dopo essere stato iniettato in topi sani a cui successivamente sono state iniettate cellule tumorali di melanoma, ha prevenuto la malattia. I topi infatti non si sono ammalati.

    Nel secondo esperimento, la nanoparticella è stata utilizzata per il trattamento di un tumore primario: questo vaccino innovativo, combinato con trattamenti di immunoterapia, ha ritardato significativamente la progressione della malattia e ha prolungato notevolmente la vita di tutti i topi trattati.

    Infine, i ricercatori hanno convalidato il loro approccio sui tessuti prelevati da pazienti con metastasi cerebrali da melanoma: ciò ha suggerito che il nano-vaccino può essere utilizzato anche per il trattamento delle metastasi cerebrali.

    “La nostra ricerca apre le porte a un approccio completamente nuovo – l’approccio vaccinale – per un trattamento efficace del melanoma, anche nelle fasi più avanzate della malattia”, ha concluso il prof. Satchi-Fainaro. “Riteniamo che la nostra piattaforma possa essere adatta anche ad altri tipi di cancro e che il nostro lavoro sia una solida base per lo sviluppo di altri nano-vaccini contro i tumori”.

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