Due giorni densi di appuntamenti per il Presidente israeliano Isaac Herzog, che è volato a Washington DC per parlare al Congresso degli Stati Uniti in occasione dei 75 anni dalla fondazione dello Stato d’Israele.
In un momento in cui le relazioni tra l’amministrazione Biden e il governo di Benjamin Netanyahu sono ai minimi storici, la missione diplomatica di Herzog assume un notevole significato, perché volta a ribadire il fatto che il rapporto che lega Israele e Stati Uniti è unico nel suo genere. Un concetto espresso anche ieri durante la sessione congiunta al Congresso: “Israele e gli Stati Uniti saranno inevitabilmente in disaccordo su molte questioni. Ma rimarremo sempre una famiglia”.
Il dibattito sulla riforma: segno di una democrazie forte e resiliente
Uno dei temi principali della visita del Capo di Stato israeliano alla Casa Bianca e il giorno seguente a Capitol Hill è stata la riforma giudiziaria. Quanto sta accadendo in Israele da più di 28 settimane, infatti, preoccupa soprattutto l’amministrazione Biden, che vede le revisioni portate avanti dalla coalizione guidata da Netanyahu come una minaccia alla democrazia israeliana.
Tuttavia, quello che ha lasciato intendere ieri Herzog è chiaro: “La democrazia è forte e resiliente”. Infatti, proprio il dibattito che ruota attorno alla riforma giudiziaria, secondo il presidente, è “il più chiaro tributo alla forza d’animo della democrazia israeliana”, rappresentata dalla “bandiera israeliana blu e bianca sventolata e amata da tutti gli israeliani che prendono parte al dibattito”.
Il nucleare iraniano: la più grande sfida per l’alleanza USA-Israele
Un altro tema, che con il passare del tempo sta diventando sempre più urgente, è quello del programma nucleare iraniano. Una questione di vitale importanza, che è stata affrontata dal presidente Biden e da Herzog sia nell’incontro privato di lunedì alla Casa Bianca, che durante il discorso di ieri.
“L’Iran sta costruendo capacità nucleari che rappresentano una minaccia per la stabilità del Medio Oriente e per il mondo intero – ha affermato il Presidente israeliano durante la sessione congiunta – Ogni paese o regione controllata o infiltrata dall’Iran ha sperimentato il caos totale. Lo abbiamo visto nello Yemen, a Gaza, in Siria, Libano e Iraq. In effetti, lo abbiamo visto nello stesso Iran, dove il regime ha perso il suo popolo e lo sta reprimendo brutalmente”.
Israele e gli Stati Uniti devono agire insieme con forza per prevenire la minaccia dell’Iran alla sicurezza internazionale. “Lo Stato di Israele è determinato a impedire all’Iran di acquisire la capacità di costruire un ordigno nucleare” ha sottolineato Herzog.
Israele e la continua ricerca della pace
Altra grande questione toccata in questi giorni è quella degli accordi di pace. Grazie alla mediazione degli Stati Uniti, lo Stato ebraico ha firmato prima gli storici trattati con Egitto e Giordania e tre anni fa gli Accordi di Abramo. Grazie a questi ultimi, “oltre un milione di israeliani ha visitato gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrain e il Marocco, una chiara espressione della nostra volontà di integrazione nella regione”, ha affermato Herzog.
Ma ciò che porterebbe a un cambiamento epocale è la pace con l’Arabia Saudita. Una questione discussa anche durante l’incontro privato con il presidente Biden. Lo Stato d’Israele, grazie agli sforzi degli USA, sta intrattenendo sempre più rapporti con il regno saudita, ma la strada da percorrere per la pace è ancora lunga e legata a doppio filo con la questione palestinese. “Il mio profondo desiderio è che Israele un giorno faccia la pace con i nostri vicini palestinesi” ha sottolineato Herzog, tuttavia “il terrore palestinese contro Israele o contro gli israeliani mina ogni possibilità di un futuro di pace tra i nostri popoli”.