Chana Nachenberg è la sedicesima vittima dell’attentato al ristorante Sbarro a Gerusalemme, uno degli attacchi terroristici più sanguinosi della Seconda Intifada. La donna, rimasta in uno stato vegetativo per oltre 22 anni, è morta per le ferite riportate all’ospedale Ichilov di Tel Aviv.
“Sua figlia, nostra nipote, oggi compie 24 anni e mezzo. Mia figlia avrebbe dovuto compiere 53 anni tra un mese. Sono passati 21 anni e nove mesi dall’attacco, per il quale mia figlia è rimasta priva di sensi, in coma, al Reuth [Rehabilitation] Hospital di Tel Aviv. Circa tre settimane fa, è stata ricoverata all’ospedale Ichilov, dove è morta questa sera”, ha detto il padre di Chan Nachenberg, Yitzhak, ai giornalisti.
Il 9 agosto del 2001, proprio durante l’ora di punta e con la pizzeria colma di persone, Izz al-Din Shuheil al-Masri fece detonare una bomba nascosta in una custodia di chitarra all’interno del locale, uccidendo 15 civili, tra cui sette bambini, e ferendo oltre 130 persone. Quel giorno Nachenberg aveva 31 anni ed era lì con sua figlia Sarah, che all’epoca aveva tre anni, che rimase miracolosamente illesa. Il gruppo terroristico palestinese Hamas si è assunse la responsabilità dell’attacco.
Tra le vittime c’erano anche due cittadini americani, tra cui il quindicenne Malki Roth, i cui genitori hanno condotto una campagna per ottenere l’estradizione negli Stati Uniti di Ahlam Tamimi, che scelse l’obiettivo e guidò lì l’attentatore.
Tamimi venne arrestata settimane dopo l’attentato e condannata da Israele a 16 ergastoli con l’ordine del giudice di non essere mai rilasciata. Tuttavia, la terrorista è tornata in libertà in cambio del rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit, catturato da Hamas nel 2005 e tenuto in ostaggio a Gaza.
Dal suo rilascio in Giordania, non ha espresso rimorso e si è sempre detta soddisfatta dell’elevato numero di vittime, ed è ancora oggi in libertà nonostante le diverse richieste di estradizione inviate dalle autorità statunitensi ai giudici giordani.