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    Esce il reality show targato Netflix “Jewish Matchmaking”. Il romano Noah Del Monte racconta la sua esperienza

    Dopo una lunga attesa, il reality show “Jewish Matchmaking” sarà disponibile nel catalogo di Netflix a partire da oggi. Per conoscere meglio il programma, Shalom ha intervistato Noah Del Monte, ragazzo romano di 25 anni, che ha partecipato al reality e ha voluto raccontare la sua esperienza. 


    «Quando sono stato contattato dalla casa di casting era passato circa un anno da quando avevo fatto l’aliyah. Nonostante fossi uscito con diverse ragazze fino a quel momento, non avevo ancora trovato quella giusta, quindi mi sono detto: “Perché non farsi aiutare da una matchmaker?”» ha raccontato. 


    Rispetto ai tanti dating show presenti in televisione, questo, secondo Noah Del Monte è stato realizzato in maniera estremamente professionale. Infatti, in “Jewish Matchmaking” non sono gli scapoli ad essere gli assoluti protagonisti, ma il lavoro di Aleeza Ben Shalom, che viene seguito a 360 gradi. «Aleeza è una persona dal cuore d’oro, fa questo con tantissima passione» ha sottolineato. 


    Da questa esperienza sicuramente Noah ha imparato una cosa: trovare l’amore a prima vista è molto difficile, perciò per farsi aiutare ha chiesto dei consigli ad Aleeza Ben Shalom. Due in particolare hanno colpito il ragazzo romano. «Il primo che mi ha dato è stato quello di evitare qualsiasi contatto fisico con l’altra persona per almeno cinque appuntamenti. – ha spiegato – Essendo italiano potete immaginare quanto sia stato difficile per me applicare questa regola. Noi siamo abituati al contatto fisico, che sia una pacca sulla spalla mentre si ride oppure un bacio sulla guancia mentre ci si saluta». «Per un paio di volte ho provato a mettere in pratica questo consiglio, ma non credo che lo applicherò in futuro» ha ammesso. «Un altro consiglio che mi ha dato e che applico ancora riguarda il tempo. Infatti secondo lei ci vuole tempo per conoscere una persona, non bisogna avere fretta, l’amore a prima vista è difficile che accada».

    L’esperienza in “Jewish Matchmaking” ha cambiato molto Noah. Infatti, se prima era restio nel chiamare un shadchan per trovare l’amore, ora è certo che in moltissimi si affideranno a personaggi come Aleeza Ben Shalom. «Al giorno d’oggi, con decine di applicazioni come Tinder e Instagram, siamo abituati a essere bombardati di persone nuove, conosci una ragazza e molto probabilmente non la rivedrai più. Uscire con qualcuno ormai è diventato un lavoro. In questo modo è difficile trovare la persona giusta. – ha sottolineato Noah – Grazie a questo programma secondo me cadrà il tabù dello shidduch anche tra chi è meno religioso, e lo dico per esperienza personale, infatti in molti mi hanno chiesto il numero di Aleeza Ben Shalom. Non c’è nulla di male nel farsi aiutare a trovare un partner».

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