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Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

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    “Ci rivediamo tra 70 anni!” – I festeggiamenti per Rav Funaro

    È stata l’allegria
    della comunità a rendere ancora più speciali i festeggiamenti per i
    settant’anni di Rav Alberto Funaro nella gioiosa cornice del Tempio Maggiore di
    Roma. Centinaia di persone sono accorse per le celebrazioni, nonostante la
    maratona avesse reso difficile la circolazione. Il canto del Maestro Claudio Di
    Segni ha accolto il festeggiato sorridente che, accompagnato dalla moglie Rita,
    dai figli Ariel e Daniel e dai nipoti, si è seduto commosso tra la presidente
    della comunità Ruth Dureghello e il Rabbino capo Riccardo Di Segni.

    Tanti i
    discorsi di auguri che hanno evidenziato l’appassionato e quotidiano lavoro del
    rav negli anni, rilevando le sue grandi qualità e doti umane. Settanta è un
    numero che cela molti significati nell’ebraismo ed è l’età della saggezza
    radicata. Rav Di Segni lo ha elogiato come un esempio: «Rav Funaro ha uno
    spirito di osservanza delle mitzvot, ha uno spirito dell’insegnamento»;
    Dureghello ha evidenziato il grande lavoro di che Rav Funaro ha svolto in
    questi anni «con serietà e semplicità»; Rav Benedetto Carucci, preside delle
    Scuole ebraiche e coordinatore didattico del collegio rabbinico, ha rimarcato
    il suo «costante riferimento alla piazza, come luogo aperto». Il Direttore del
    coro del Tempio Maggiore Claudio Di Segni ha parlato della stima che ha per rav
    Funaro e ha narrato aneddoti, anche canori, regalandogli uno spartito che spera
    di sentir presto cantato da Funaro. Il canto gioioso dei bambini della scuola
    ebraica ha rallegrato ulteriormente l’evento e meritato il sincero applauso di
    tutti i presenti.

    Commosso,
    Rav Funaro ha espresso il suo forte attaccamento alla comunità: «Mi viene in
    mente una frase del mio maestro, il morè Nello Pavoncello, che mi ha instillato
    tanto amore per la comunità, e che come me è cresciuto qui in piazza. Mi diceva
    “la comunità è mia!”. Io un po’ ho ereditato questo sentimento. Ho sempre
    sentito mia la comunità e quando vedo qualcosa che non va bene, me la prendo
    sempre molto». «I rabbanim hanno ricordato cose che mi hanno veramente
    emozionato. Sono stato tutto il tempo con gli occhi lucidi e con il groppone.
    Voglio ringraziare tutta la comunità, tutta la mia comunità, perché la sento
    veramente nel cuore»  ha aggiunto,
    ringraziando in particolar modo Rav Riccardo Di Segni, suo amico, maestro e
    vicino, nonché Ruth Dureghello per il lavoro svolto durante il suo mandato di
    presidenza.

    «Dall’età
    di tre mesi sono rimasto sempre a scuola. Non sono più uscito. Domani mattina non
    vedo l’ora di tornare a scuola dai miei studenti, che ringrazio molto». Con
    grande affetto ha ringraziato la moglie Rita, i figli e nipotini, tutti seduti
    in prima fila. Rav Funaro ha ricordato commosso i suoi genitori e i grandi
    sacrifici che fecero per lui: «Diceva mia madre “quante cose mi sono tolta di
    bocca per far studiare mio figlio”. È la verità».

    Dopo il
    discorso del festeggiato, la celebrazione è proseguita con un rinfresco nei
    giardini del tempio, dove Rav Funaro veniva continuamente salutato dalle
    centinaia di presenti che hanno provato tutti ad avvicinarsi per porgergli i
    migliori auguri.

    «Ci
    rivediamo tra settant’anni!» ha concluso sorridendo Rav Funaro.

    Tanti
    auguri!

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