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    Sorgente di vita compie 50 anni: una finestra di cultura ebraica sulla tv pubblica da mezzo secolo

    È nata come
    una semplice rubrica religiosa di 15 minuti che andava in onda di pomeriggio,
    per poi diventare una finestra sul mondo ebraico all’interno della rete televisiva
    pubblica: “Sorgente di vita”, la rubrica di vita e cultura ebraica realizzata
    dalla Rai in collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane,
    compie 50 anni.

    La prima
    messa in onda infatti è stata il 4 gennaio 1973, con quattro brevi servizi a
    tema religioso, a fianco di un’altra rubrica dedicata al culto,
    “Protestantesimo”, che tutt’ora si alterna con Sorgente di vita. Con la riforma
    della Rai del 1975 cambia tutto: l’emittente pubblica sottoscrive un accordo
    con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che si occupa della
    realizzazione dei contenuti e Sorgente di Vita diventa un vero e proprio spazio
    culturale ebraico all’interno del palinsesto Rai.

    “Erano
    rubriche religiose sulle preghiere, sulle festività che pian piano sono cambiate
    grazie anche all’alto numero di ascolti – racconta a Shalom Emanuele Ascarelli,
    storico autore di Sorgente di Vita – perciò si è evoluto il linguaggio e sono
    cambiati i contenuti con veri e propri racconti della vita ebraica in Italia e
    non solo. Un programma dedicato agli ebrei italiani è diventato un programma
    sugli ebrei italiani per tutta la popolazione”.

    Nel corso
    degli anni la trasmissione cresce, con una solida impostazione di redazione
    dettata da Fausto Coen, che insieme a Emanuele Ascarelli, Enrico Modigliani,
    Daniel Toaff e tanti altri redattori, hanno costituito una squadra coesa, che
    con la passione e l’avvento delle nuove tecnologie ha cambiato notevolmente
    l’immagine del programma, dandogli una vera e propria impronta giornalistica.

    “Il vero
    salto di qualità è arrivato quando andammo da un dirigente Rai a segnalare la
    storia dell’emigrazione degli ebrei in Etiopia, i cosiddetti Falascià, e
    l’operazione Mosé – racconta ancora Emanuele Ascarelli –  Siamo
    andati sul posto a realizzare quello che forse è stato il servizio più famoso
    di Sorgente di Vita, con immagini e interviste alle persone che erano scappate
    e vivevano in condizioni completamente diverse rispetto ai nostri usi e
    costumi”.

    “Uno dei
    reportage più importanti che abbiamo fatto è stato l’intervista a Primo Levi
    nel 1983, in occasione del primo viaggio ad Auschwitz 40 anni dopo la sua
    liberazione, organizzato dalla provincia di Firenze – aggiunge Daniel Toaff,
    autore, regista e già dirigente Rai – Fu un po’ il preludio a quelli che sarebbero
    stati i viaggi della Memoria. Abbiamo realizzato una lunga intervista con
    immagini del viaggio che la Rai ha trasmesso ovunque. È stato il testamento
    filmato di Primo Levi: le sue parole, i suoi racconti, ma soprattutto i suoi
    silenzi che ti lasciano senza parole”. 

    Storia,
    memoria, ma anche cultura, tradizioni e vita ebraica in Italia e all’estero; il
    rotocalco di Sorgente di Vita riscuote un grande successo e interesse da parte
    del pubblico e della stessa Rai, che riconosce il prestigio della trasmissione,
    tanto da spostare la messa in onda dal pomeriggio in seconda serata.

    “Fino al
    1994 Sorgente di Vita è stata un’esperienza importantissima: abbiamo lavorato
    sul campo con entusiasmo, creando un’equipe sia da parte della Rai sia con i
    nostri redattori – spiega Daniel Toaff – Il programma aveva un grandissimo
    seguito: eravamo una trasmissione come le altre che dava notizie di attualità
    oltre che di cultura ebraica. Dai servizi nelle diverse comunità italiane, ci
    siamo aperti anche alla cronaca, andando a fare reportage in Israele, seguendo
    i nuovi Olim, per far conoscere la storia e la cultura ebraica, che non erano
    così scontate e piacevano al pubblico”.

    “Il
    programma veniva trasmesso la domenica dopo la mezzanotte, subito dopo Mixer –
    aggiunge l’attuale autore Marco Di Porto – Nonostante fosse una trasmissione a
    tema ebraico ha registrato un consistente numero di ascolti, infatti veniva
    replicato anche nei lunedì successivi in orari alternati: la mattina e in terza
    serata. Nell’ultimo periodo abbiamo registrato quasi 600.000 spettatori,
    soprattutto nel giorno di punta, nonostante l’orario complicato”.

    Sono stati
    tanti i campi in cui il lavoro di Sorgente di vita si è sviluppato, adeguandosi
    ai tempi e facendo i conti con i nuovi modi di comunicare. Una serie di
    cambiamenti che hanno segnato un’evoluzione negli ultimi vent’anni. “Il
    linguaggio televisivo e i nuovi ritmi hanno imposto dei cambiamenti anche a
    Sorgente di vita – sottolinea Piera Di Segni, che ha iniziato la sua esperienza
    dentro Sorgente di vita nel 1982 come segretaria di redazione, per poi
    diventare redattrice e dal 2016 al 2021 autrice responsabile, continuando
    tutt’ora a collaborare – Nel tempo tutto è diventato più veloce ed eterogeneo”.

    Proprio i
    diversi aspetti affrontati portano ad elaborare delle riflessioni sul lavoro
    svolto. “La sfida più difficile è stata quella di raccontare proprio i temi
    ebraici, come la liturgia o le feste – aggiunge Piera Di Segni – D’altronde
    l’essenza del linguaggio televisivo risiede nelle immagini e la narrazione di
    questi temi si imbatte nella difficoltà di reperire del materiale adeguato.
    Durante i giorni di festa solenne, infatti, non si possono fare riprese, né è
    possibile avere del repertorio di epoca antica. Questo ci ha spinto a trovare
    metodi alternativi e a sperimentare un linguaggio televisivo innovativo. Un
    esempio è rappresentato dalla serie sui dieci comandamenti, con lettura del
    testo biblico dell’attore Paolo Ferrari, coadiuvato dalle spiegazioni di rabbini
    e intellettuali. Più recentemente, hanno riscosso grande attenzione i dialoghi
    di Rav Benedetto Carucci con i suoi studenti per spiegare le festività”.

    “Sorgente
    di vita da sempre si è impegnata anche nel far conoscere patrimonio culturale
    ebraico – evidenzia Di Segni – Le nostre telecamere, ad esempio, sono state le
    prime a riprendere le catacombe di Venosa, in Basilicata. Negli ultimi anni,
    sulla scia della Giornata Europea della Cultura Ebraica, Sorge di vita è andata
    alla ricerca di innumerevoli luoghi sparsi sul territorio nazionale, con la
    consapevolezza che la cultura ebraica va considerata come un elemento
    continuativo e integrante della cultura italiana. Tra i tanti argomenti abbiamo
    anche dedicato interviste e profili a personaggi come i premi nobel Rita Levi
    Montalcini e Franco Modigliani, Liliana Segre e tanti intellettuali di spicco”.

    “Uno
    sguardo poi è sempre stato diretto all’attualità: non inseguendo la cronaca, ma
    esponendo il punto di vista ebraico su temi scientifici, etici, culturali, come
    l’eutanasia, l’aborto, la ricerca sul DNA” aggiunge Di Segni.

    Dal 19
    giugno 2022, la trasmissione compie un ulteriore passo in avanti: il passaggio
    da Rai 2 a Rai 3: “Sono stato testimone di questa transizione – continua Di
    Porto – Il risultato è stato eccellente e gli ascolti sono raddoppiati, perché
    il pubblico di Rai 3 è più di stampo culturale; abbiamo inoltre guadagnato una
    messa in onda, così da tre sono diventate quattro. Cerco di mantenere
    un’impostazione giornalistica, anche se il programma è un approfondimento
    televisivo”.

    Cinquant’anni,
    centinaia di puntate e servizi, migliaia di storie raccontate: l’attentato alla
    Sinagoga di Roma del 9 ottobre 1982, la visita di Papa Wojtyla al Tempio
    Maggiore nel 1986, storie di comunità ebraiche di ogni angolo del mondo alla
    portata di tutti sulla rete nazionale.

    “Un
    colloquio ininterrotto in cui gli ebrei, attraverso le immagini raccontano
    l’ebraismo nel mondo. Ecco cos’è Sorgente di Vita da 50 anni – sottolinea
    Emanuele Ascarelli – Oggi tutti conoscono Israele come il Paese della libertà e
    dei progressi scientifici o Tel Aviv come la città che non dorme mai: quando
    tutti gli altri hanno iniziato a parlare di politica, noi ci siamo dedicati
    alla cultura e questo è un dato consistente quando parliamo di 50 anni”.

    Nella storia
    della rubrica importante anche il contributo dell’artista ebreo genovese
    Emanuele Luzzati. “I disegni di Luzzati hanno da sempre accompagnato Sorgente
    di Vita – ricorda Piera Di Segni – Ha messo a nostra disposizione la sua arte e
    le sue illustrazioni che compaiono ancora oggi nelle figure stilizzate che
    animano la sigla”.

     

    I primi 50 anni
    rappresentano un traguardo tutto da festeggiare. Prima vi è stata una puntata
    speciale, andata in onda il 1°gennaio 2023 con interviste ad autori storici,
    giornalisti ed esperti di comunicazione che hanno ripercorso la storia del
    programma dalle prime puntate in studio degli Anni ’70 ad oggi.

    I
    festeggiamenti continueranno con una serata aperta al pubblico, la sera del 9
    gennaio a Roma, organizzata dall’UCEI con il patrocinio della RAI.

    L’evento,
    intitolato “I miei primi cinquant’anni”, sarà presentato dalla giornalista del
    Tg2 Francesca Nocerino e vedrà i saluti della Presidente dell’Unione Comunità
    Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e dell’Amministratore Delegato della Rai Carlo
    Fuortes.

     Seguirà
    un panel di interventi, che si alterneranno alla proiezione di contributi
    video: una selezione di estratti da cinquant’anni di trasmissioni, dai reportage
    alle interviste, dagli approfondimenti su cultura e tradizioni ebraiche ai
    momenti di “amarcord”.

    Al panel
    interverranno l’autore storico di “Sorgente di Vita” Emanuele Ascarelli; la
    direttrice di Rai Cultura & Educational Silvia Calandrelli; l’attuale
    autore di “Sorgente di vita” Marco Di Porto; il critico televisivo del
    “Corriere della Sera” Aldo Grasso; la scrittrice e giornalista Lia Levi; Daniel
    Toaff, autore televisivo, ex dirigente Rai e a lungo regista del
    programma. 

    “Credo che
    Sorgente di Vita continui ad essere un’importante finestra di cultura ebraica
    su una rete pubblica – conclude Marco Di Porto – È giusto che la televisione
    abbia tutte le realtà rappresentate sui suoi canali, perciò per noi la cosa
    importante è essere su questa rete nel miglior modo possibile”.

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