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    Convegno 9 ottobre: un quadro storico, politico, sociale e culturale sugli attentati contro gli ebrei in Europa

    La prima
    giornata del convegno “9 ottobre 1982 – L’attentato al Tempio maggiore di Roma
    40 anni dopo” si è conclusa con una sessione dal titolo “Il terrorismo contro
    le comunità ebraiche in Europa”.

    Sono
    intervenuti Daniele Caviglia, Professore ordinario di Storia delle relazioni
    internazionali Università Kore di Enna; David Meghnagi, Direttore del Master
    internazionale di secondo livello in Didattica della Shoah, Università degli
    Studi Roma Tre; Simona Greco, funzionario dell’Archivio Centrale dello Stato. A
    moderare il giornalista di Shalom Daniele Toscano.

    La
    partecipazione di relatori di diversi ambiti e dall’elevato profilo ha permesso
    di andare ben oltre una semplice cronistoria e di tracciare un quadro storico,
    politico, sociale e culturale del clima che si sviluppò in Italia, in Europa,
    in Medio Oriente e più in generale a livello globale tra la fine degli anni ’70
    e l’inizio degli anni ’80. Una fase di grandi trasformazioni, di
    contrapposizioni e di crisi che si intrecciarono determinando una tensione
    crescente.

    La sequenza
    degli attentati contro le comunità ebraiche in Europa in quegli anni infatti fu
    terribilmente cruenta; quello del 9 ottobre 1982 non fu dunque un episodio
    isolato. È del 1970 il clamoroso dirottamento di tre aerei nel deserto della
    Giordania, del ’76 quello del volo che darà luogo al raid di Entebbe, del ’73
    il primo attentato di Fiumicino, dell’85 il secondo, in contemporanea con
    quello di Vienna. Senza dimenticare la strage degli atleti israeliani alle
    Olimpiadi di Monaco del 1972 e il dirottamento dell’Achille Lauro nel 1985. Molto
    simile all’attentato di Roma fu quello di Parigi, alla Sinagoga di Rue
    Copernic, il 3 ottobre del 1980, che provocò 4 morti e 40 feriti. Probabilmente
    della stessa mano di Roma fu anche il sanguinoso attentato al ristorante kasher
    di Parigi, in Rue de Rosier.

    Per
    comprendere questa sequenza i relatori del convegno hanno sviluppato
    riflessioni lungo diverse direttrici. Il contributo del Prof. Caviglia ha
    permesso di delineare il contesto internazionale, caratterizzato da una nuova
    contrapposizione tra Stati Uniti e Unione Sovietica e dal sorgere di numerose
    crisi regionali. Tra queste ultime si colloca anche la guerra tra Israele e
    Libano, che condizionò l’opinione pubblica internazionale in senso antiisraeliano
    e antisemita. Un fenomeno a cui l’Italia non fece eccezione, a causa anche
    degli stretti rapporti dei maggiori partiti politici nazionali con i Paesi
    arabi. Un insieme di fattori che alimentò i sentimenti antisemiti, spesso
    diretti esplicitamente contro gli ebrei. Proprio su questa realtà si è
    soffermato il Prof. Meghnagi, il cui approccio sociologico arricchito da
    esperienze personali ha permesso di affrontare un’ampia analisi delle dinamiche
    ostili agli ebrei, con particolare attenzione al difficile rapporto con la
    sinistra che metteva in discussione la stessa esistenza di Israele ad esistere.
    Lo stesso Meghnagi in quegli anni fu protagonista di sforzi per creare una
    cultura più ampia e per costruire dei ponti; tentativi resi vani dalla mancanza
    di disponibilità riscontrata nella maggior parte degli interlocutori, almeno
    fino alle metà degli anni ’80, prima che si avviasse gradualmente un’inversione
    di tendenza.

    A
    completare il panel vi è stato l’intervento della dott.ssa Simona Greco “Le fonti
    sul terrorismo nelle raccolte speciali dell’Archivio Centrale dello Stato”, che
    ha permesso di capire come funzioni la ricerca sulle fonti da cui si sviluppano
    le analisi storiche. In particolare, Greco ha illustrato le Raccolte “speciali”
    desecretate di recente e versate ai sensi delle direttive dei presidenti del
    consiglio dei ministri Romano Prodi, Matteo Renzi e Mario Draghi, in epoca
    dunque più o meno recente: si tratta di versamenti straordinari anticipati, che
    rivestono un profondo valore per capire quali fossero le relazioni
    diplomatiche, le direttive per le forze dell’ordine, i rapporti all’interno
    dell’intelligence che caratterizzarono quel periodo. Particolare interesse
    suscita la documentazione della Circonvallazione Appia (dalla sede del
    Ministero dell’Interno dove fu ritrovata): in questi nuclei non vi sono
    riferimenti espliciti all’attentato della Sinagoga di Roma, ma vi si può
    riscontrare un rilevante contributo agli studi sul terrorismo nazionale e
    internazionale, come anche sull’organizzazione degli apparati informativi e di sicurezza
    dello Stato. Si tratta di documenti ufficiali originali e in copia, appunti,
    pareri e consigli di esperti, scambi di informazioni ufficiose anche con i
    servizi informativi di altri paesi alleati, informative redatte da agenti o da
    informatori, intercettazioni telefoniche, pedinamenti di sospettati, rilievi
    fotografici e pubblicistica come i giornali quotidiani e periodici. In breve,
    nuovi strumenti da poco disponibili che insieme a un’ampia preparazione come
    quella suggerita dagli altri relatori del panel e dell’intero convegno potranno
    costituire la base per ulteriori approfondimenti e scoperte.

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