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    Da Roma l’ “Appello di pace”. Le religioni unite al Colosseo da Sant’Egidio

    Un grido dal cuore di Roma per chiedere la cessazione di ogni conflitto. I leader spirituali delle religioni di tutto il mondo si sono riuniti di fronte al Colosseo per il trentaseiesimo Incontro Internazionale per la Pace, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Centinaia le persone presenti, di tutte le età e di tutte le etnie. Molte di loro avevano un cartello bianco, riportante, in lingue diverse, un unico e comune messaggio: “pace”.

     

    “Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come l’ha trovato, è un
    fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di
    fronte alle forze del male”, ha sottolineato Papa Francesco durante il suo
    discorso.

     

    Durante la cerimonia, gli esponenti religiosi hanno firmato l'”Appello
    di pace”, una dichiarazione congiunta volta a sollecitare le autorità
    politiche alla cessazione del fuoco universale e all’annullamento della
    minaccia delle armi nucleari.


    Alcune copie della stessa sono state poi
    consegnate sul palco dalla scrittrice e testimone della Shoah Edith Bruck ad un
    gruppo di giovani, a simboleggiare il rinnovamento di una memoria che deve
    servire a scacciare via gli orrori del passato.

     

    “Edith Bruck, con la sua parola e la sua poesia, ha voluto dire che la
    vera vendetta è la vita, non dare la morte. La sua consegna dell’Appello alle
    nuove generazioni è stata bellissima e toccante. Un grande messaggio”, ha
    raccontato il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo.

     

    “Un momento commovente – ha aggiunto Bruck – Mi dispiace per i giovani:
    non sappiamo quale sarà il loro futuro, non sono molto ottimista né per
    l’Italia, né per l’Europa, né per il mondo”.

     

    Seduto alla sinistra del Pontefice, il Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di
    Segni. Un’ulteriore conferma dello spirito di dialogo e cooperazione esistente
    tra le due Comunità.


    “Quello di oggi è stato un evento di condivisione del comune desiderio di pace,
    anzi, chiamiamola con il nome giusto, di “shalom” – ha spiegato Rav Di Segni –
    Magari unendo le forze si riesce ad ottenere qualcosa”.

     

    “Ricordo sempre che Giovanni Paolo II scrisse due nomi nel suo
    testamento: uno era il suo Segretario personale, l’altro il Rabbino Capo Elio
    Toaff. Questo dice molto – ha ricordato il fondatore di Sant’Egidio Andrea
    Riccardi – E poi Rav Di Segni è un grande amico, un uomo che dà un grande
    contributo al mondo religioso e alla vita di questa città”.

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