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    ‘’Quelle stelle cucite sul petto’’ Leo-dan Bensky racconta le storie di eroismo sportivo

    In una calda giornata estiva Shalom ha incontrato a Kfar Maccabiah Leo Dan Bensky Immediate Past President del Maccabi World Union e Presidente Onorario del Makkabi Finlandia. Molte sono le storie per lo più sconosciute di sport e di eroismo del più antico club sportivo ebraico al mondo ancora attivo. 

     

    Dalla sua fondazione nel 1906 con il nome Stjärnan, in svedese la stella, quali sono stati gli episodi salienti della storia del club?

    Elias Katz, il nostro atleta più famoso, ha vinto la medaglia d’oro ai Giochi Olimpici di Parigi del 1924 con Paavo Nurmi e Ville Ritola nella gara a squadre dei 3000 metri e la medaglia d’argento nella gara di inseguimento dei 3000 metri. Anni dopo giunse in Israele e fu ucciso nella guerra d’Indipendenza del 1948.

    Allo Stadio Olimpico di Helsinki il 21 giugno 1938, il nostro atleta Abraham Tokazier partecipò ad una gara nei 100 metri, ufficialmente fu dichiarato quarto, ma le immagini al rallentatore dimostrarono che in realtà vinse la gara. Tra il pubblico era presente una delegazione della Germania nazista e l’intento di penalizzare il vincitore ebreo era più che evidente.

    Il Makkadi Finland è  oggi il cuore pulsante della vita ebraica finlandese, ha 250 membri tra i 1700 ebrei che risiedono nel paese,

    Con Hakoah Vienna, fin dalla sua fondazione nel 1909, c’è sempre stato un legame particolare 

    Hakoah nacque sull’onda dell’appello lanciato un decennio prima da Max Nordau, padre fondatore del sionismo assieme a Theodor Herzl. Nordau è stato l’ideatore dell’ebraismo muscolare, una sorta di emancipazione degli ebrei da raggiungere attraverso le attività sportive. Hakoah godette fin da subito del sostegno dei 200.00 ebrei viennesi, i suoi giocatori indossavano con orgoglio le maglie con la stella di David cucita sul petto e vennero presto etichettati come “maiali ebrei” dalle tifoserie avversarie. 

     

    Nel 1925 l’Hakoah vinse il titolo nazionale, tra i suoi giocatori c’era il mediano Béla Guttmann.

    Dopo aver contribuito alla conquista dello scudetto, Guttmann giocò a New York, poi allenò in tredici paesi diversi. In Italia guidò il Padova, la Triestina ed il Milan, vinse due Coppe dei Campioni col Benfica. 

    La popolarità dell’Hakoah crebbe a dismisura e nel 1926 la squadra fu invitata ad esibirsi negli Stati Uniti. Molti campioni si trasferirono in Nord America e nella Palestina mandataria e il club ne risentì.

     

    Cosa accadde dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nazista?

    La società fu sciolta, gli impianti sportivi confiscati e numerosi atleti trovarono la morte nei campi di sterminio.

     

    Le campionesse di nuoto riuscirono a sopravvivere e ritrovarsi?

    A 65 anni dalla Shoah Il giovane regista israeliano Yaron Zilberman ha realizzato nel 2004 il bellissimo film evento Watermarks in cui ha fatto incontrare nuovamente sette leggendarie campionesse di nuoto di Hakoah nella stessa piscina di Vienna in cui gareggiavano e vincevano negli anni dello sterminio nazista. È un film dal grande valore simbolico, un viaggio nei ricordi di gioventù di atlete che si raccontano con straordinaria umanità, emozione e gioia di vivere.

     

    70 anni dopo l’11 marzo 2008 venne inaugurato un nuovo centro sportivo di Hakoah

    Dopo la fine della Shoah i pochi sopravvissuti con grande determinazione decisero di tessere una nuova tela sulle ceneri dello sterminio nazista. Con un paziente lavoro la ricostruzione è coincisa con nuove attività e con il coinvolgimento dei giovani che portano sempre con orgoglio la stella di Davide di Hakoah sul petto.

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