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    Una data infame

    Il 5 agosto 1938 va ricordata come
    una data triste per l’editoria italiana e per il giornalismo. In questo
    giorno, infatti, uscì il primo numero de “La Difesa della Razza”. Questa
    rivista razzista e ferocemente antisemita, diretta da Telesio Interlandi, applicava
    la volontà del Duce Benito Mussolini di rendere di facile comprensione per gli
    italiani i principi razzisti e antisemiti che sarebbero stati codificati nelle
    Leggi Razziste, annunciate il successivo 18 settembre nel discorso di Trieste e
    promulgate in autunno.

    Alla base vi erano le ridicole tesi
    su una presunta supremazia della “razza italica” rispetto ad altre etnie e su
    una “purezza” della stessa rispetto a quella ebraica, considerata “non
    italiana” e quindi da perseguitare. Nella rivista diretta da Interlandi,
    tavole, tabelle e vignette il fascismo, sul modello di quanto già fatto dal
    nazismo in Germania, esprimevano in maniera bieca e violenta tutto questo odio
    antiebraico.

    Proprio l’uscita di questa rivista, della
    quale era segretario di redazione Giorgio Almirante, segnò la deriva odiosa del
    fascismo verso il nazismo. Questa pubblicazione, uscita con cadenza regolare
    per oltre 5 anni, divenne lo strumento utilizzato dal regime per inculcare
    nella popolazione italiana quell’odio profondo verso gli ebrei e verso le
    popolazioni considerate “meticce”.

    Tutto ciò  fu il prologo della
    collaborazione tra fascisti e nazisti durante i mesi dell’occupazione tedesca
    dell’Italia e della conseguente caccia all’ebreo, caratterizzata da spiate e
    delazioni che portarono alla cattura e alla deportazione migliaia di ebrei
    italiani. Per questo motivo la data odierna deve considerarsi un anniversario
    infame, da ricordare come una pagina squallida ed una vergogna indelebile per
    il nostro Paese.

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