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    Lest we forget Luigi Toscano in mostra a Parigi ai Giardini del Lussemburgo

    Il Crif, Consiglio Rappresentativo delle Istituzioni ebraiche francesi, ha inaugurato a Parigi ai Giardini del Lussemburgo la mostra “Lest We Forget – N’oublions pas”. I ritratti di 42 sopravvissuti alla Shoah saranno visibili fino al 7 agosto nell’ambito delle celebrazioni per ricordare l’80° anniversario della Rafle du Vel d’Hiv, la retata del Velodromo d’inverno, la più grande retata perpetrata contro gli ebrei sul territorio francese. Tra il 16 e il 17 luglio 1942 a Parigi vennero arrestate e imprigionate 13.152 persone che nei giorni successivi furono portate a Drancy e giunsero poi al campo di sterminio di Auschwitz. 

    La mostra è realizzata dal fotografo italo-tedesco Luigi Toscano. “Mi preoccupava vedere quello che stava succedendo nel mondo – aveva spiegato Toscano in occasione della prima inaugurazione – e ho deciso di usare ciò che so fare meglio, la fotografia, per sensibilizzare le persone sulla storia dell’Olocausto e per prendere posizione contro l’antisemitismo, il razzismo e qualsiasi tipo di odio. Voglio infatti promuovere i diritti umani e il rispetto reciproco”. Toscano ha viaggiato negli Stati Uniti, in Israele, Germania, Paesi Bassi, Bielorussia, Ucraina, e Russia per incontrare e fotografare oltre 400 sopravvissuti. I loro ritratti e le loro storie personali sono il cuore della mostra.

    “Questo progetto lo dedico a un uomo che nel 1970 è giunto come semplice operaio da un paesino della Sicilia qui in Germania. Questo uomo è padre di sette figli. Questo uomo non aveva alcun nesso con la fotografia. Questo uomo non aveva tempo per l’arte e la cultura. Questo uomo mi ha insegnato a lavorare duro. Questo uomo è mio padre. Il suo nome è Paolo Toscano ed è morto il 31.07.2015 all’età di 68 anni. Luigi Toscano, il tuo primogenito”. Così l’autore ha scritto nella prefazione al volume fotografico che accompagna il progetto. “La mia famiglia è originaria di Caltanissetta – ha raccontato Toscano – ho scoperto per caso la fotografia. Prima ho fatto di tutto per campare, dal muratore al pizzaiolo. Poi, per curiosità ho seguito un corso di fotografia e l’insegnante mi ha incoraggiato a continuare, diceva che avevo del talento”. L’idea dei ritratti dei sopravvissuti alla Shiah gli è venuta ripensando alla visita di Auschwitz che aveva fatto a 19 anni.

    Ginette Kolinka ha una delle sopravvissute ritratte ha detto: “la memoria della Shoah è nelle mani delle giovani generazioni. I giovani mi danno la forza per portare avanti la mia testimonianza. Io e molti altri sopravvissuti non abbiamo parlato di ciò che ci è accaduto ai nostri figli, ma oggi visito le scuole per parlare dell’Olocausto a studenti e insegnanti. Gli insegnanti in particolare hanno una grande responsabilità: educare le giovani generazioni a ricordare la nostra storia, in modo che non venga dimenticata”.

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