La Comunità ebraica greca ha richiesto ufficialmente che Piazza della Libertà, Plateia Eleftheria, a Salonicco, venga riconosciuta come luogo di memoria. L’11 luglio 1942, noto come “il sabato nero”, proprio in quella piazza, vennero radunati dai nazisti 9mila ebrei uomini, tra i 18 e i 45 anni, allo scopo di procedere alla loro registrazione. In realtà furono umiliati e brutalmente picchiati. Infine, circa 2mila ebrei furono mandati ai lavori forzati e, successivamente, deportati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau.
“Piazza della Libertà rappresenta il luogo, in cui i nazisti cominciarono a privare gli ebrei della propria umanità. – ha affermato il Consiglio della Comunità ebraica, come riportato da Arutz Sheva – È l’inizio del ‘male assoluto’, che ha portato allo sterminio di sei milioni di ebrei, di cui 60mila greci, molti dei quali hanno difeso la loro patria e hanno combattuto contro gli occupanti, fino all’ultimo respiro nei campi di sterminio, conservando la Grecia nel loro cuore”.
La Comunità, quindi, ha chiesto al sindaco di Salonicco, Konstantinos Zervas, che venga realizzato un monumento commemorativo nella piazza, in modo tale che il posto “acquisti il suo legittimo valore storico”.
L’opera consentirà “a cittadini e visitatori non solo di vedere questo luogo di sofferenza ma anche di ricordare e apprendere con quanta facilità una società può essere condotta lungo il sentiero della barbarie, se prevale l’oblio”, ha aggiunto il Consiglio della Comunità ebraica.