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    Se Livorno piange Firenze non ride

    A Livorno la maggioranza del Consiglio Comunale ha recentemente respinto la proposta dell’intitolazione di una strada ad Oriana Fallaci ritenendola una figura: “non troppo legata a Livorno” e soprattutto “divisiva”.

     

    Invero, è rilevante ricordare che la Fallaci – già giovanissima resistente e staffetta partigiana – è stata una delle prime a puntare il dito contro l’integralismo religioso ed il terrorismo di matrice islamica, che è spesso causa della impermeabilità ad una valida integrazione del mondo musulmano con la cultura occidentale. La lettura approfondita che la Fallaci ha dato dei poteri che agitano il mondo islamico consiglierebbe, invece, una più cauta analisi delle frizioni che si vengono a determinare tra queste due culture, e quanto spesso sia proprio il popolo islamico la vittima stessa di questi sistemi di potere per lo più autoritari e teocratici, dove la demonizzazione e l’etichettamento di un nemico, non solo hanno aperto a sanguinosi conflitti, ma spesso finiscono per riunirsi attorno all’odio per lo Stato di Israele.

     

    Una lettura superficiale autocolpevolista delle tensioni tra il mondo islamico e la cultura democratica occidentale, è purtroppo ancora diffusa spesso a causa anche di pregiudizi antisionisti.

     

    È evidente che si tratti di una battaglia culturale ancora aperta.

     

    Se queste resistenze si verificano a Livorno, raro modello virtuoso, dove la definizione di antisemitismo dell’IHRA è stata adottata da più di un anno e presto entrerà anche nello statuto comunale, cosa dovremmo dire invece del Comune di Firenze che ha respinto per ben due volte, nell’ottobre 2020 e nel gennaio 2022, proprio durante le celebrazioni del giorno della memoria, l’adozione di tale definizione?

     

    Fatto ancor più grave dato che la Regione Toscana, in totale controtendenza con il capoluogo fiorentino, pochi mesi fa non solo ha adottato all’unanimità la definizione operativa dell’IHRA, ma l’8 giugno ha già deliberato la sua nota di attuazione facendo riferimento alla Commissione Santerini.

     

    L’imbarazzo di Nardella per questa omissione si è tradotto solamente in un comunicato di presa di distanza dal proprio Consiglio, cui tuttavia, non ha fatto ancora seguito la concreta adozione di una vera e propria delibera che doti Firenze della definizione

     

    Il livello di questa battaglia culturale, che è insita nell’IHRA, quale patrimonio condivisibile di civiltà, deve vedere trasversalmente unite tutte le forze politiche come anche il variegato mondo ebraico ed associativo pro Israele. Esempio concreto di tale unità di intenti è stata la “Convention degli amministratori toscani IHRA definition” svoltasi a Guardistallo (PI), dove alla presenza delle Comunità Ebraiche di Livorno, Pisa e Roma gli onorevoli Andrea Romano (PD), Manfredi Potenti (Lega) e Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia), si sono pubblicamente presi l’impegno di promuovere a livello parlamentare l’adozione IHRA con i suoi undici indicatori.

     

    (Celeste Vichi – Presidente Associazione Italia-Israele di Livorno)

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