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    Schneider, l’eccellenza pediatrica senza confini

    «Un’eccellenza israeliana senza confini, per la vita e il benessere di ogni singolo bambino». Così Efrat Bron Harlev, CEO dello Schneider Children’s Medical Center of Israel con sede a Petah Tikva ha presentato l’ente di cui ha assunto la direzione da 18 mesi al CHIEF, il più prestigioso congresso medico pediatrico internazionale svoltosi a Monaco a inizio maggio.

    Efrat Bron Harlev è mamma di 4 ragazzi, di cui 2 stanno svolgendo il servizio militare, ed è pediatra specializzata in cure intensive, laureata alla Ben Gurion University con un Master in Pubblica Amministrazione a Harvard. La sua formazione è avvenuta proprio allo Schneider, poi lasciato per dirigere il Beilinson Campus. 

    «Cosa posso fare per farti sorridere Ilona?» ha chiesto Efrat a una bambina salvata dalla distruzione dell’ospedale di Kiev a cui proprio allo Schneider è stato trapiantato il fegato del papà. La piccola è scoppiata in un inconsolabile pianto: «voglio tornare a casa» ha risposto. Un team medico composto da 2 pediatri e 2 infermiere altamente specializzato dello Schneider era partito con un aereo speciale attrezzato, messo a disposizione da un donatore per salvare 11 bambini malati che necessitavano di cure urgenti e improcrastinabili. «Scegliere chi imbarcare e chi lasciare in Ucraina è stato difficilissimo per noi medici. Tutti avevano diritto a vivere. Potevamo solo impegnarci allo stremo per assisterli in loco e salvare quante più vite umane possibile». Un’esperienza in prima linea che si aggiunge alle tante sfide vinte, ai progetti ambiziosi da sostenere e alla costruzione di una nuova ala con le più innovative strutture.

    Irving e Helen Schneider di New York sono stati i fondatori e i benefattori dello Schneider: la loro visione di un centro onnicomprensivo, dedicato a tutte le cure pediatriche ha fatto di questa struttura ospedaliera una realtà vincente, che cerca sempre più in Europa e negli Stati Uniti collaborazioni scientifiche e progetti all’avanguardia. Spiega Efrat: «gli accordi di Abramo hanno permesso di aprire nuovi orizzonti, oggi la nostra mission è di essere un ponte per la pace senza distinzione di religione e provenienza».

    I numeri di Schneider sono eloquenti: 7 piani, 271 letti, 1600 impiegati, 8 sale operatorie, 275mila visite annue a cui si aggiungono 54mila ricoveri d’urgenza. È l’unico ospedale pediatrico attrezzato per il trapianto di organi: lo scorso anno sono stati eseguiti 40 trapianti. «Entro un anno apriremo un nuovo edificio progettato con rifugi per emergenze di ogni tipo, che raddoppierà gli spazi dell’ospedale con la nascita di un centro pediatrico altamente innovativo a disposizione di tutte le cure per le diverse specializzazioni».

    Sulla scrivania di Efrat c’è il progetto di una Sinagoga all’interno del Centro; sarà aperta a chiunque volesse entrare sia durante i giorni feriali e festivi ebraici che per celebrare le feste private: «Abbiamo deciso di mettere a disposizione spazi colorati, accessibili, moderni e proporre ai giovani di tutto il mondo di celebrare il loro bar e bat mizvà in Israele festeggiando con i nostri bambini. L’idea è di creare legami destinati a durare nel tempo, formare nuove generazioni di amici uniti da un unico obiettivo: il futuro».

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