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    L’appello disperato del Rabbino Capo dell’Ucraina

    Nel corso della giornata di mercoledì il Rabbino capo dell’Ucraina ha rilasciato un appello, registrato in un video messaggio, in cui esprime tutto il suo risentimento per l’indifferenza che stanno subendo i civili ucraini da parte del mondo. Non è solo un grido d’aiuto, ma è un discorso disperato, in cui l’uomo esorta i russi, e tutto il resto del mondo, a far sentire la loro voce contro l’invasione; puntando il dito contro tutti coloro che stanno rimanendo in silenzio davanti alla tragedia di cui l’intera Ucraina è vittima.

     

    “Sto registrando questo appello per i rabbini della Russia, per gli ebrei della Russia e, semplicemente, per il popolo russo” dice il Rabbino. Un messaggio forte, con un unico scopo: fermare la guerra. “Non credete a quello che vi dicono in televisione, stanno mentendo. Qui vengono commessi crimini di guerra”, ha proseguito Moshe Reuven Azman, Rabbino capo dell’Ucraina e membro del movimento Chabad.

     

    Nella registrazione, il Rabbino Azman ha lamentato la difficile situazione dei civili ucraini, sostenendo che dalla scorsa settimana in molti stanno soffrendo per la carenza di cibo e medicine, insieme alla paura e alla rabbia che li rende inermi davanti agli attacchi aerei dell’esercito russo.

     

    “L’esercito russo che ha battuto i nazisti nel 1941 sta oggi bombardando Kiev, Kharkiv, Odessa – le popolazioni civili! Ieri, ebrei e non ebrei di tutta Kiev mi hanno chiamato chiedendomi aiuto umanitario – dice nel video messaggio Azman – Ogni giorno lavoro per aiutare civili e residenti innocenti; anziani, donne e bambini – le nonne mi chiamano dicendo che moriranno se non riceveranno le medicine, le madri mi chiamano dicendomi che i loro figli stanno soffrendo a causa dei bombardamenti e della mancanza di cibo. I nostri volontari sono in pericolo. Ma io non sono partito, sono ancora qui, perché ci tengo e non abbandonerò la mia comunità. Sono il rabbino capo dell’Ucraina”. Un grido disperato di aiuto e di sostegno è quello di Azman, un uomo che porta sulle spalle il fardello di una situazione tragica. 

     

    “Sono stato in silenzio per molto tempo, ma non posso più tacere. Cari russi, cari ebrei, tutte persone che sono indifferenti: Ricordate, che chi non si cura e chi accetta in silenzio, è complice di questo delitto” prosegue l’uomo. “Non ho mai pensato nemmeno nel mio peggior incubo che avrei potuto morire sotto i bombardamenti della Russia qui, dove sono nato, dove sono andato a scuola, dove ho molti amici, la gente chiama da tutto il mondo, ebrei e non ebrei. Anche gli arabi mi chiamano da Israele e mi sostengono”.

     

    Un appello che cerca di destare le coscienze di tutti i cittadini del mondo affinché si battano per fermare l’avanzata delle azioni scellerate del Presidente russo. Lo dice mentre stringe forte un Sefer Torah, con la rabbia e la paura negli occhi. “Se, Dio non voglia, verrò ucciso, siano maledetti coloro che sono complici di questo terribile crimine”.

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