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    Beteavòn a Milano la prima cucina sociale kasher d’Italia

    Pane appena sfornato, dolci, pasti caldi completi, volontari sorridenti e impegnati a preparare il cibo da consegnare. Si chiama Beteavòn, ed è la prima ed unica cucina sociale kasher in Italia: un’organizzazione solidale che offre pasti gratuiti alle persone in difficoltà. I pasti sono preparati secondo la norma ebraica, ma vengono distribuiti a chiunque ne abbia bisogno in città, collaborando con istituzioni cittadine, enti ebraici, associazioni no profit. La cucina si trova all’interno della Scuola Ebraica del Merkos a Milano. «Questa mensa è nata otto anni fa, quando la Scuola del Merkos aveva la necessità di una propria cucina kasher perché rifornirsi all’esterno era diventato complicato e dispendioso» spiega il responsabile del Progetto Rav Igal Hazan. «Abbiamo contattato la Fondazione Enel Cuore, che ci ha aiutato per realizzare la cucina; una volta che c’era la struttura, ed il personale già in azione, fare dei pasti in più diventava un modo per renderci utili a tutta la città. Ci sembrava una cosa importante, che in effetti non era mai stata fatta, quantomeno non era strutturata nella Comunità Ebraica di Milano. Quindi è nata questa idea di creare una cucina al servizio di chiunque ne possa avere bisogno». Come funziona concretamente la vostra attività? «I pasti vengono esclusivamente consegnati, nessuno viene a prenderli, anche per una questione di riservatezza e di dignità delle persone. Abbiamo due veicoli, con 3 autisti che si occupano della distribuzione. La preparazione dei pasti avviene sotto la supervisione di una cuoca, con l’aiuto del personale della cucina e soprattutto grazie ad una rete di una quarantina di volontarie che si danno il turno per preparare cibi, dolci, pane e per impacchettare i prodotti». Quanti pasti distribuite? «Siamo una realtà relativamente piccola rispetto al tanto che c’è da fare a Milano, però cerchiamo di fare il possibile per tutti. Abbiamo diversi canali di distribuzione, come quello che riguarda i senza fissa dimora, assistiti in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio e con i City Angels: vengono distribuiti tutte le settimane circa 150 pasti caldi in Piazza San Babila e alla stazione Garibaldi. I pasti vengono preparati da noi; poi ci sono i volontari che si impegnano sia nella distribuzione, ma anche nell’offrire supporto alle persone in strada. Bisogna sottolineare che lo scopo del Beteavòn, ancor più dell’aiuto economico, è proprio il sostegno alla persona: ci sono anche coloro che non hanno un disagio economico, ma che comunque possono beneficiare di questi pasti, per esempio gli anziani soli, che, quando ricevono i pasti per lo Shabbat, provano immenso piacere per l’attenzione ricevuta».

    A completare il team vi è poi una coordinatrice che è in contatto con le persone che possono avere diverse necessità. Spesso anche gli autisti diventano portavoce: «Una volta, proprio l’autista ci ha segnalato che una persona che riceveva un pasto era in uno stato di salute precaria. Abbiamo fatto muovere gli assistenti sociali del Comune ed è stato poi ricoverato e preso in cura».

    Un altro canale è la consegna di pasti kasher anche a chi è ricoverato negli ospedali, iniziativa che si è rivelata utile soprattutto in tempi di pandemia. «Ormai è quasi impossibile per un privato far entrare dei pasti per i propri parenti ricoverati – spiega Rav Hazan – Noi invece siamo accreditati. Riceviamo chiamate di notte, di domenica, nei giorni di vacanza, siamo pronti ad affrontare quasi ogni emergenza. Consegniamo circa duemila pasti al mese».

    Un altro canale di distribuzione è il Beteavòn per le emergenze, rivolto alle persone in situazioni particolari, come un grave disagio economico o un’improvvisa infermità. «Vi sono anche occasioni liete, come una donna che partorisce e magari ha dei bambini piccoli in casa – spiega Rav Hazan – In questi casi noi provvediamo a portare i pasti per il periodo necessario. Inoltre, collaboriamo anche con altre realtà della distribuzione dei pasti in città: è il programma ‘Beteavòn per la città’, curato con Caritas e Comune di Milano: prepariamo dei pasti che vengono poi distribuiti da questi altri enti». 

    «È un lavoro molto soddisfacente – commenta la signora Maurina, una delle volontarie impegnate nella mensa – Non sappiamo a chi arrivino i nostri prodotti e questo rende ancor più gratificante il progetto».

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