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    “L’indagine è la riparazione di un torto”. Ruth Dureghello sull’attentato del 9 ottobre ‘82

    “L’inchiesta rappresenta per noi la riparazione di un torto subito” è quanto affermato dalla Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello al Corriere della Sera in merito alla decisione della Procura di Roma di riaprire il caso dell’attentato alla Sinagoga di Roma del 9 ottobre ’82 dopo quasi 40 anni dall’attentato.

     

    Non sono mancati i ringraziamenti al procuratore capo di Roma, Franco Lo Voi, e al suo pool di magistrati, per “la sensibilità di avviare una nuova stagione conoscitiva sull’episodio”. Sull’apertura di un’inchiesta conoscitiva, la Presidente ha sottolineato che “tentare è un dovere, riuscire rappresenterebbe un risarcimento.” Per la Comunità Ebraica di Roma la cosa più importante è “partecipare a questa missione per fare chiarezza, dissipare ombre, raggiungere punti fermi”, questo perché “quegli anni furono caratterizzati da un clima di ambiguità nei confronti degli ebrei romani visti come parte in causa di un conflitto lontano, remoto, appartenente a un altro paese. Vi fu una pressione da parte di alcune forze politiche per rimuovere la questione” spiega la Dureghello. “L’attentato e la nebbia calata su quei fatti rappresentano una pagina triste del nostro paese. Va a Mattarella il merito di aver riaperto, nel 2015, con le sue parole, il caso” ha aggiunto.

     

    La Comunità sta studiando inoltre l’eventualità di costituirsi parte civile di un possibile processo, “perché in quell’attentato è stata colpita l’intera Comunità.”

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