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    Costruire una memoria collettiva. L’Archivio di Stato di Roma inaugura una sezione dedicata a Lia Levi

    Il ricordo personale che si trasforma in memoria collettiva, un vissuto individuale che diventa parte del nostro presente e la base per costruire il nostro futuro.

     

    Questi i contenuti del convegno “Dal ricordo personale alla memoria collettiva”, organizzato in occasione del Giorno della Memoria, in cui l’Archivio di Stato di Roma presenta una sezione speciale dedicata a Lia Levi. 

     

    Promosso dall’Archivio di Stato di Roma, l’evento vede il patrocinio della Comunità Ebraica di Roma, con la partecipazione di Shalom, dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi e della Demea Eventi Culturali. 

     

    Una serie di foto, disegni e documenti che la scrittrice ha consegnato all’Archivio nel 2008, ripercorrono i momenti salienti della vita di Lia Levi: l’infanzia, gli appunti scritti a mano, il vecchio diario con copertina di pelle di sua madre, in cui anni dopo Lia ha ritrovato un suo vecchio manoscritto, ma anche pagelle e documenti della sua carriera come giornalista e Direttore di Shalom.

     

    Dopo i saluti istituzionali della Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, del Direttore Generale Archivi Anna Maria Buzzi e del Direttore dell’Archivio di Stato di Roma Maria Beatrice Benedetto,  ad esporre i documenti esposti e il contributo che Lia Levi ha dato sia come giornalista che con i suoi romanzi alla formazione delle giovani generazioni, sono intervenuti l’archivista Maria Antonietta Quesada, l’archivista Letizia Leli, Ariela Piattelli, Direttore di Shalom e il giornalista Gabriele Di Donfrancesco.

     

    “L’opera di Lia ha veramente segnato un passo importante nella trasmissione della memoria alle giovani generazioni- ha detto la presidente Dureghello- I suoi libri ci hanno aiutato a far conoscere in modo semplice e senza traumi una cultura collettiva che passa attraverso l’educazione ai più piccoli.

     

    Grazie all’archivio di stato oggi aggiungiamo la memoria personale, perché con i documenti che Lia ha trasmesso agli archivi di stato la memoria diventa più collettiva”.

     

    “Lia per trent’anni con Shalom ha saputo creare uno spazio di dialogo e di conoscenza. Ma soprattutto di vitalità e di dibattito, perché è questa la linfa vitale dell’ebraismo- spiega il Direttore Piattelli, raccontando gli anni di Lia Levi a Shalom- In redazione i numeri di Shalom sotto la direzione di Lia Levi sono sempre consultati, ed è impressionante quanto siano attuali, quanto ancora ci raccontino della nostra storia. I ragazzi, che da sempre animano e nutrono la redazione, hanno in quella storia un punto di riferimento. E a volte penso quanto Lia sia capace, anche con Shalom, oltre che con la letteratura, di trovare questa vicinanza naturale, con i ragazzi, a cui parla in un dialogo privato e al contempo collettivo. Con la sua lettera al giovane vittima di una terribile aggressione nel livornese, Lia ha mandato al giovane l’abbraccio della bambina di allora, di quella bambina discriminata dalle leggi razziali.

     

    Dunque, le pagine di Lia Levi, sono pagine che ci invitano alla riflessione sul presente. E sono pagine di futura memoria”.

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