Nel
gennaio 1943, Irma Lauscher, insegnante del campo di concentramento di Theresienstadt, introdusse segretamente un albero nel
campo affinché i bambini ebrei imprigionati potessero celebrare Tu Bishvat.
Quando nel 1945 il campo fu liberato, l’albero era ancora lì. Ai suoi piedi fu
posto un cartello che lo contrassegnava come simbolo di resilienza:” Come i
rami di questo albero, così i rami del nostro popolo”.
New
York City, città della diaspora con la più grande comunità di sopravvissuti alla
Shoah, accoglierà un discendente di quella pianta. Il dottor Roger Pomerantz,
filantropo ebreo proprietario di una fattoria in Pennsylvania, ospita nel suo
terreno sette alberi cresciuti da quello originale, ed ha deciso di donarne uno
al Museum of Jewish Heritage di Battery Park City. Si chiamerà “l’albero dei
bambini” e sarà svelato oggi al pubblico durante una cerimonia di
inaugurazione. Alto quasi 5 metri, l’acero argentato avrà una sede permanente
di fronte al museo.
“Vogliamo
che tutti possano passare e vedere un pezzo di storia – ha detto Jack Kliger,
presidente e CEO del Museum of Jewish Heritage – Non solo per ricordare, ma per
capire cosa significa resilienza di fronte a enormi difficoltà”. Come a
Theresienstadt, l’albero sarà curato dai bambini, in questo caso gli studenti
della scuola elementare e media della città, sita di fronte al museo. Proprio
la collaborazione tra scuola e museo renderà la gestione dell’albero parte di
un progetto curriculare sull’educazione alla Shoah. All’inaugurazione
si esibirà il coro studentesco, per dare voce a tutti quei bambini strappati
alla vita troppo presto.