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    Le nuove linee guida sull’antisemitismo nelle scuole: “Non sottovalutiamo il pregiudizio diffuso fra i giovani” – Intervista a Milena Santerini

    Combattere il pregiudizio, l’antisemitismo, sin dai banchi di scuola. Agire partendo dalle radici dell’educazione, per estirpare un male ancora diffuso e sempre più pericoloso. Un obiettivo che guarda diritto negli occhi le nuove forme di antisemitismo, che si presentano in una versione latente, attualizzata, come ci spiega la Coordinatrice Nazionale per la lotta contro l’antisemitismo presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Milena Santerini, che ha presentato nei giorni scorsi alla Presidenza del Consiglio dei Ministri le Linee guida contro l’antisemitismo nella scuola, alla presenza del Ministro Patrizio Bianchi. Shalom l’ha intervistata.

     

    Da dove nasce l’esigenza delle nuove linee guida per contrastare l’antisemitismo nella scuola?

     

    C’è bisogno di una conoscenza più approfondita dei meccanismi dell’antisemitismo. Partiamo dal fatto che la scuola italiana sta facendo moltissimo sulla memoria della Shoah. Quella italiana è una delle scuole al mondo, in Europa sicuramente, che fa iniziative di grande livello. Sentiamo il bisogno di dare agli insegnanti però una visione più approfondita, non solo di quello che è successo durante la Seconda guerra mondiale, quindi con gli esiti dell’antisemitismo, ma anche delle cause, cosa ha portato all’Olocausto e cosa potrebbe ripetersi, quali sono i meccanismi che hanno portato alla Shoah e che oggi, anche se gli eventi storici sono fortunatamente diversi, potrebbero ripetersi: cioè il pregiudizio, l’esclusione e la discriminazione. Sentiamo che esistono esigenze in questo senso da parte dei giovani e la scuola deve affrontarle.

     

    Lei ha affermato che le linee guida hanno tra gli obiettivi, quello di contrastare forme attualizzate di antisemitismo. Cosa intende precisamente?

     

    Nelle linee guida spieghiamo quali sono le nuove forme che assume l’antisemitismo oggi, perché normalmente la gente rispinge l’idea di scegliere atteggiamenti o tendenze antisemite. Ma a volte ha in testa già un antisemitismo estremo, quello razziale, biologico, quello per cui si definisce una “razza inferiore”, e si decide di discriminarla. In questo senso molti non riconoscono l’antisemitismo, in realtà c’è un prima di tutto ciò, che appunto sono i pregiudizi diffusi, sono atteggiamento di derisione oppure di disprezzo, oppure il pensiero cospiratorio. Noi diciamo che l’antisemitismo è cambiato, cioè attualizzato. Mi riferisco agli stereotipi ad esempio della lobby mondiale, oppure c’è l’odio contro Israele.

     

    Lei si riferisce all’antisemitismo che si nasconde dietro all’antisionismo anche tra i giovani? Quello che abbiamo visto durante l’ultimo conflitto tra Israele e Hamas.

     

    Certo. Questo spieghiamo agli insegnanti e ai genitori e agli studenti stessi. Gli spieghiamo che un conto è la critica legittima nei confronti d’Israele, un conto è l’antisemitismo che si nasconde dietro l’antisionismo.  Come ha spiegato bene Georges Bensoussan, è un antisemitismo degli ultimi quaranta anni, che fa leva sui giovani. Noi spieghiamo queste nuove forme di antisemitismo, che non sono nuove in sé, sono vecchie, però prendono delle forme attuali: la cospirazione, l’idea della lobby ebraica, l’odio contro Israele. Poi affrontiamo le problematiche che vengono sottovalutate, come i pregiudizi inconsapevoli. C’è una sottovalutazione del peso del pregiudizio diffuso soprattutto fra i giovani.

     

    A livello pratico, quali sono gli strumenti che offrono queste linee guida sia agli studenti che agli insegnanti?

     

    Oltre a spiegare quali sono le forme, noi diciamo come affrontare il pregiudizio in classe da un lato e dall’ altro quali sono i contenuti per esempio dell’educazione civica che devono affrontare partendo dal pregiudizio antiebraico. Il primo tema è come affrontare il pregiudizio in classe e il secondo è come inserire dei contenuti che contrastano il pregiudizio dal punto di vista dei contenuti storici e civici. Proponiamo un sussidio didattico, che è stato fatto dall’ OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. Sono 10 opuscoli, 10 unità didattiche, che gli insegnanti possono usare, su vari temi tra cui della conoscenza dell’ebraismo, Israele, come combattere i pregiudizi inconsapevoli, la memoria nazionale, la Shoah e così via.

     

    A voi risulta che ci sia un fenomeno di antisemitismo molto diffuso trai giovani, tra gli studenti?

     

    Io ritengo che ci sia un antisemitismo latente, che è pronto ad emergere se qualcuno l’organizza o se qualcuno manipola, siccome sull’online spesso viene manipolato, bisogna stare attenti.  Bisogna cominciare a dare uno spirito critico ai ragazzi ma anche affrontare gli aspetti emotivi, come il bisogno di scaricare la rabbia contro un nemico presunto, inventato, in questo caso gli ebrei o chiunque altro. Bisogna fare un lavoro anche sugli aspetti emotivi del pregiudizio. Noi affrontiamo questo tema, di cui si parla poco.

     

    Assistiamo a recrudescenze che emergono attraverso vecchi stereotipi. Quali sono le nuove sfide?

     

    La Strategia nazionale, che abbiamo elaborato con un Gruppo tecnico alla Presidenza del Consiglio, contiene indicazioni a tutte le istituzioni. Per esempio una tra queste, che avevamo dato al Ministero dell’Istruzione, era di fare delle linee guida, e adesso le abbiamo fatte. A medio termine ci sono degli obiettivi per tutte le istituzioni. Non sceglierei una battaglia sola, vorrei che tutte le istituzioni facessero la loro battaglia, quindi il Ministero dell’Istruzione sui giovani, Il Ministero della Giustizia su una nuova formazione dei Magistrati, il Governo e il Parlamento sul dare rilevanza penale all’apologia del fascismo per esempio. Con i social media si tratta di una battaglia impari, non è l’Italia da sola che riuscirà ad imporre le regole alle grandi piattaforme, ma noi abbiamo l’obiettivo di allertare le piattaforme sui contenuti antisemiti che vanno rimossi. Al mondo dello sport chiediamo una maggiore incisività sugli striscioni e sui cori nelle partite. Quello che dobbiamo fare è cercare di chiedere a tutte le istituzioni un passo avanti nella lotta all’antisemitismo.

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