Lo
scorso mese si è spento Julius Rosenberg, uno degli eroi della
resistenza francese durante la Seconda guerra mondiale. Nato a Danzica nel 1921
in una famiglia ebraica, a causa delle leggi razziali venne spedito a Parigi
per proseguire gli studi oramai vietatigli nel suo paese. Ma quando i nazisti
occuparono la capitale francese, Julius fuggì prima a Tolosa e poi a Marsiglia,
dove si unì al Comitato di salvataggio d’emergenza guidato dal giornalista
Varian Fry. Lavorò come corriere trasportando documenti falsi e accompagnando
rifugiati attraverso il confine con la Spagna: riuscì a salvare circa duemila
persone, tra cui gli scrittori Hannah Arendt e Heinrich Mann, e gli artisti
Marc Chagall e Marcel Duchamp.
Tuttavia,
nel 1941 Rosenberg fu spedito in un campo di prigionia fuori Lione, dal quale
ne avrebbe presto raggiunto un altro in Polonia. Per evitarlo, finse d’essere
malato e si fece rimuovere l’appendice, ma la decisione sul suo trasferimento
non cambiò. Allora contattò un gruppo di preti affiliati alla Resistenza per
farsi portare un fagotto di vestiti ed una bicicletta, che utilizzò per fuggire
ancor prima di riprendersi dall’intervento. Dopo il suo recupero, Rosenberg si
unì alla Resistenza francese ed in seguito lavorò come guida per l’esercito
americano.
Delle
sue esperienze, Julius ne parlò solo verso la metà degli anni Settanta. “Credo
che fosse un eroe, ma non si considerava così. Per lui, stava solo facendo ciò che
doveva essere fatto ” ha detto la moglie Karin, venuta a conoscenza della
storia solo nel 1988. Quelle memorie sono state pubblicate nel 2020, con il
libro “L’arte della resistenza: i miei quattro anni nella metropolitana
francese”.
Rosenberg
considerava la sua esperienza durante la Seconda guerra mondiale “un fortuito
scherzo del destino”, che lui stesso non ha considerato particolarmente
eroica. “Mi dispiace che l’abbiamo fatto solo per un numero limitato di
persone, ce n’erano tante che hanno fatto molto di più ed erano molto più
eroiche”.
Dopo
la Resistenza, Rosenberg proseguì gli studi a Parigi per poi emigrare negli
Stati Uniti nel 1946, dove conseguì il dottorato di ricerca presso l’Università
di Cincinnati ed insegnò letteratura in diverse scuole, prima di stabilirsi al
Bard College dove rimase per decenni.
Negli
anni a Cincinnati recuperò le proprie lacune sull’educazione frequentando la
biblioteca dell’Hebrew Union College. “Per Justus, l’apprendimento e lo studio
erano strumenti di redenzione, ricordo e riconciliazione – ha scritto Leon
Botstein, presidente del Bard College – Possedeva una capacità magnetica di
ispirare l’amore per l’apprendimento”.
Nel
2011, i coniugi Rosenberg hanno fondato la “Justus and Karin Rosenberg
Foundation” per combattere l’odio e l’antisemitismo. Con Julius va via un’altra
storia di eroismo e dedizione al prossimo, che però rimarrà per sempre impressa
come esempio di coraggio. Resterà anche il suo desiderio di voler, nonostante
tutto, studiare e raggiungere i propri obiettivi: la cultura come vera forma di
Resistenza.