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    Basta con le ambiguità nella politica

    “”Non può esserci spazio nei partiti dell’arco costituzionale per chi fa il saluto romano, inneggia a Hitler e insulta neri ed ebrei”. Non la manda a dire la Presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello dopo l’inchiesta di Fanpage. “Nell’Italia che promulgò le leggi razziste, come le ha definite giustamente Draghi ieri, non ci possono essere ambiguità su questo”, scrive su Twitter. A due giorni dal voto, la tegola si abbatte sul centrodestra e soprattutto su Giorgia Meloni. È l’inchiesta di Fanpage sulla lobby nera nella campagna elettorale di Fratelli d’Italia a Milano.

     

    Sarebbero stati scoperti sistemi di riciclaggio e finanziamenti in nero, contornati da battute razziste, fasciste e sessiste, riferimenti a Hitler e al discorso alla birreria di Monaco. Il capo sarebbe Roberto Jonghi Lavarini, detto il barone nero condannato a due anni per apologia di fascismo e amico di Carlo Fidanza, europarlamentare e capo delegazione di Fratelli d’Italia, come scoperto dal giornalista di Fanpage che ha lavorato per tre anni sotto copertura. Giorgia Meloni chiede a Fanpage l’intero girato, ma contesta la tempistica a due giorni dal voto. “Pronta a prendere tutte le decisioni necessarie”, dice la leader di Fratelli d’Italia.

     

    Ma questo non è che l’ultimo scivolone di gaffe e revanscismo fascista durante tutta la campagna elettorale e non solo. Non dimentichiamo l’ex sottosegretario Claudio Durigon che voleva intitolare un parco ad Arnaldo Mussolini a Latina che alla fine è stato costretto a dimettersi sotto pressing di Palazzo Chigi dopo i temporeggiamenti di Matteo Salvini. Non possiamo non ricordare Francesca Benevento, ex movimento cinque stelle, candidata nelle liste del centrodestra a Roma, no vax convinta che si è scagliata contro il ministro della Salute Roberto Speranza, definendolo un ebreo ashkenazita formato dalla McKinsey che riceve ordini dall’élite finanziaria ebraica”.

     

    Oltre al danno, la beffa, nei giorni successivi, pur dicendo di non essere “antisemita” continua a sostenere “che i poteri bancari e mondiale sono nelle mani di famiglie ebree (da notare non ebraiche, oltre tutto anche ignorante ndr) e questi sono dati di fatto storici-economici che nulla hanno a vedere con pensieri o epiteti razzisti”. Enrico Michetti l’ha scaricata, ma lo stesso candidato sindaco del centrodestra a Roma in una performance a Radio Radio spiegava durante la pandemia che “il saluto romano è più igienico in tempi di Covid”. È ora di chiedersi quando il centrodestra si staccherà finalmente da questi rigurgiti nostalgici e fonderà una coalizione conservatrice e moderna. Solo a quel punto diventerà credibile. Una cosa è certa: è ora di dire basta alle ambiguità in questo schieramento ricordando il rispetto della costituzione dove è scritto a chiare lettere che l’apologia di fascismo è un reato. E che dovrebbe essere una condanna morale senza appello per chi concorre a cariche istituzionali e politiche.  

     

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