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    Artists 4 Israel: la nuova sfida di educare alla Shoah attraverso la Street Art

    Assistiamo ancora oggi a moltissimi episodi di antisemitismo e di negazionismo. Sebbene l’educazione in questo senso si impegni ormai da anni nei confronti delle nuove generazioni, la battaglia contro i pregiudizi antiebraici a difesa della memoria è ancora in atto. Si è parlato di Shoah dovunque: nelle aule scolastiche, su schermi grandi e piccoli attraverso film e documentari, o nei libri per adulti e per i bambini. Oggi però il tentativo è più ambizioso, perché “Artists 4 Israel” decide di combattere tutto ciò sui muri attraverso l’arte, la Street Art per l’esattezza, da sempre un canale di comunicazione molto potente. 

     

    Così un grande murales dipinto nella città di Vila Nova, in Portogallo, è l’opera iniziale del Progetto murales globale dei Giusti tra le Nazioni, lanciato da “Artists 4 Israel”. Il murales, creato dal famoso artista di strada Mr. Dheo, raffigura il diplomatico portoghese Aristide de Sousa Mendes, ricordato poiché salvò migliaia di ebrei europei durante la Shoah.

     

    Sousa Mendes era il console generale del Portogallo a Bordeaux, nel sud-ovest della Francia.  A quel tempo, attraversare il confine francese in Spagna e poi in Portogallo era l’unica via di fuga dall’occupazione tedesca. 

    Sousa Mendes, un devoto cattolico, sfidò gli ordini del suo governo, istituendo un ufficio improvvisato presso il consolato per fornire permessi di transito gratuiti.

    Dopo aver appreso della sua operazione, il governo portoghese convocò Sousa Mendes a Lisbona e lo licenziò. Morì senza un soldo nel 1954, incapace di sostenere la sua numerosa famiglia.  Nel 1966, Yad Vashem, ha riconosciuto Sousa Mendes, il primo diplomatico ad essere così onorato, come Giusto tra le Nazioni.

     

    È solo la genesi  di un progetto che gli organizzatori sperano di portare in tutte le grandi e piccole città del mondo, al fine di ricordare e onorare i “Giusti tra le Nazioni”, un titolo onorifico utilizzato dallo Stato di Israele per descrivere i non ebrei che hanno rischiato la vita per salvare gli ebrei dalla morte a  le mani dei nazisti e dei loro collaboratori.  “Il nostro scopo è educare e prevenire altro odio di massa. Vogliamo farlo in modo positivo, mostrando a questi paesi e a queste comunità che hanno fatto del bene”, ha spiegato alla stampa Craig Dershowitz, CEO di Artists 4 Israel.

    “Ci sono state così tante persone che si sono schierate per la rettitudine, per la giustizia e che hanno protetto il popolo ebraico, stiamo quindi cercando di proporre queste persone come esempi” ha proseguito Dershowitz. Un tentativo di educare a ciò che è stato attraverso esempi di rettitudine e sacrificio.

    L’idea del progetto è partita da un gruppo artisti di Artists 4 Israel provenienti da diversi paesi, impossibilitati di recarsi in Israele durante la pandemia di Covid-19, è venuta loro l’idea di onorare alcune figure e toniche nei propri paesi.

     

    Sono oltre 27.000 le persone insignite del titolo di Giusti tra le Nazioni, il progetto ambisce a raccontare alcune delle figure meno note. In tal senso, Yad Vashem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme, sta collaborando al progetto, fornendo informazioni e garantendo l’accesso agli archivi storici.

    Il signor Dheo, originario di Porto, vicino a Vila Nova de Gaia, ha già lavorato due volte con Artists 4 Israel. La prima volta dipingendo un murales su un edificio danneggiato durante un attacco terroristico a Netanya, a nord di Tel Aviv.  “Il fatto che il signor Dheo non abbia alcun legame reale con la Shoah o con la storia ebraica, è davvero interessante. Attraverso  il progetto si è in qualche modo immerso nella vicenda cercando di comprendere la storia” ha spiegato Jeremy Goldscheider, un regista americano che sta producendo un documentario sul progetto.

    Sovente non è facile per gli artisti di strada trovare una propria dimensione creativa, in questa maniera, il progetto sembrerebbe rappresentare una sfida enorme per molti di loro;  ovvero quella di trovare un muro abbastanza grande e utilizzarlo come una tela a cielo aperto, in un’area dove un gran numero di persone possano vederlo e imparare contestualmente ciò che è stato. Il tutto fatto in maniera totalmente legale.

    “Stiamo unendo gli sforzi per trovare luoghi.  Non è possibile fare un murales dove si vuole, si deve passare attraverso un sacco di burocrazia.  Per alcuni edifici, bisogna ottenere il permesso da tutti i residenti, quindi il lavoro è impegnativo e interessa molti molti aspetti burocratici. Tuttavia, siamo entusiasti di realizzarlo”, ha detto Goldscheider.

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