In occasione dell’80mo anniversario dell’emanazione del “Codice ebraico” da parte dello Sato slovacco, un duro atto contro gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, il governo di Bratislava ha affermato che “oggi si sente in obbligo morale di esprimere pubblicamente il proprio dolore per i crimini commessi dal passato regime”. Lo riporta Ynet.com.
Emesso il 9 settembre 1941 su modello di quello del Reich nazista, il Codice privava gli ebrei dei diritti civili, li obbligava ad indossare la stella gialla sugli abiti, li escludeva dall’istruzione e confiscava le loro proprietà.
Si ritiene che furono circa 71mila gli ebrei di nazionalità slovacca deportati nei campi di concentramento, dove morì la maggior parte di loro.
Negli ultimi anni il Paese slovacco ha promosso stretti legami diplomatici e militari con Israele.
A maggio il ministro degli Esteri slovacco Ivan Korčok, su invito dell’allora ministro degli Esteri Gabi Ashkenazi, ha visitato Israele con altri diplomatici europei in solidarietà con lo Stato ebraico durante la guerra contro i gruppi armati della Striscia di Gaza. Korčok ha poi affermato che la Slovacchia riconosceva il diritto d’Israele di proteggere i suoi cittadini dagli attacchi di Hamas e di altri gruppi militanti.
Ad aprile il governo di Bratislava ha acquistato 17 sistemi radar di fabbricazione israeliana per 500 milioni di NIS come parte di un accordo di difesa. Il ministro della Difesa Benny Gantz ha definito questo atto “una prova della profonda cooperazione con i paesi della NATO”.