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    Dopo la tempesta della Shoah, l’emozione del Bar Mitzvà di Marco Pavoncello

    Tanta emozione questa mattina
    presso l’Oratorio Di Castro, dove si è celebrato il Bar-Mitzvà, la maggiorità
    religiosa, di Marco Pavoncello, assiduo frequentatore della Sinagoga da molti
    anni assieme alla sua famiglia. Dopo la tempesta dovuta alla
    Shoah, Marco non ha mai avuto la possibilità di fare la maggiorità religiosa e,
    nonostante ciò, ha portato, da bravo marinaio, la sua famiglia verso acque più
    tranquille, educando tutti all’ebraismo.

    “Erano gli anni del dopoguerra,
    anni complicati e i miei genitori, forse un po’ assimilati, non diedero molta
    importanza alla celebrazione del Bar-Mitzvà. Così mia figlia Celeste, mi ha
    convinto a farlo,  dopo la donazione di
    un Sefer dedicato a mia moglie, Claudia Pavoncello. Sono emozionatissimo. È
    stato un momento molto importante per me” ha detto Marco a Shalom dopo
    aver letto il Sefer davanti a parenti e amici, commossi tanto quanto lui. “Per
    noi nipoti e pronipoti, è davvero straordinario vedere un uomo di 87 anni, da
    sempre osservante, intraprendere questa importante tappa. “Questa Sinagoga è
    una casa per lui” ha detto Dora Piperno, nipote del Bar Mitzvà.

    Oltre al Sefer, dotato di due meilim (manti), uno blu e l’altro bianco, confezionati da Talled Di Seta, secondo
    l’antica tradizione ebraica-romana, donato alla Sinagoga ad aprile, la famiglia
    Pavoncello ha deciso di destinare anche degli argenti realizzati a Firenze
    espressamente per l’occasione, il tutto supervisionato da Amedeo Spagnoletto.

    Marco, oltre ad essere un punto
    di riferimento per l’Oratorio Di Castro, non a caso soprannominato “nonnino”
    dai frequentatori del Tempio, è da sempre un grande appassionato di navigazione.
    Per l’occasione infatti è stato realizzato uno stemma famigliare molto
    particolare. “Quando abbiamo deciso di organizzare questo evento per mio padre,
    volevamo trovare uno stemma per la nostra famiglia. Cercando, trovai una
    mattonella che mia nonna Dora donò a mio padre molti anni fa. Sulla mattonella era raffigurato un vascello e dietro una frase “sempre a gonfie vele”. Ci è
    sembrato semplicemente perfetto come stemma per la nostra famiglia” ha spiegato
    Celeste Pavoncello.

    Così la Sinagoga, in occasione di
    questo evento speciale, si è dipinta di blu. Gli argenti sono stati
    realizzati a forma di vascello, disegno ricamato anche sulle kippoth blu (copricapi),
    distribuite a tutti i partecipanti.

     

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