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    Il libro di mia nonna

    Per chi lo leggerà, Ci Salveremo Insieme, di Ada Ottolenghi, è un’inedita testimonianza di come una famiglia ebraica in fuga si salvò dalle persecuzioni nazifasciste, in un rocambolesco viaggio che li vide prima catturati, poi liberati, poi ricercati, quindi nascosti, e in seguito di nuovo in fuga, in corsa per raggiungere Roma ove attendere la liberazione alleata. Ma il libro, che vede la luce oltre sessant’anni dopo che Ada lo scrisse, nell’ormai lontano 1959, è una storia nella storia.

     

    Ada era mia nonna. I miei ricordi di lei sono sbiaditi – se ne andò prima del mio decimo compleanno. Nelle mie memorie di bambino la vedo sempre impeccabile, con i capelli raccolti in un’invisibile retina, sempre sorridente. Ma dentro, la nonna portava un fardello, la morte prematura dell’amatissimo nonno Guido, che se ne andò nel dicembre 1958, a soli 56 anni. In pochi mesi, la nonna scrisse di getto le pagine ora pubblicate da Il Mulino, non per ambizione letteraria, ma per consegnare, a memoria fresca, i ricordi di come la nostra famiglia sfuggì al crudele destino riservato alla maggioranza degli ebrei europei di quella generazione. Consegnarli intanto a Raffaella Mortara, z.l. sua prima nipotina, e l’unica della nuova generazione nata prima che Guido se ne andasse. E poi ai nipoti nati successivamente, perché ognuno di noi potesse conoscere il nonno e le circostanze miracolose della salvezza famigliare attraverso il suo racconto. Grazie a quelle pagine ho conosciuto le gesta di mio nonno nella lotta partigiana; il coraggio di mia nonna, che non si perse mai d’animo, nemmeno quando la famiglia fu arrestata e la loro casa perquisita dalla soldataglia nazista; e la nobiltà di tanti – i contadini che diedero loro rifugio; il podestà che li protesse; gli amici che ne organizzarono la fuga.

     

    Ci Salveremo Insieme è la storia di un viaggio. È il viaggio fisico di una famiglia ebraica che prima sfugge alle discriminazioni razziali del 1938 e ai bombardamenti alleati, rifugiandosi in un tranquillo angolo di Romagna. Che poi si sottrae miracolosamente alla cattura dei nazisti il 20 ottobre 1943, solo pochi giorni dopo la terribile razzia del ghetto di Roma. E che dopo si nasconde, prima in un padiglione da pesca e poi a casa di contadini nelle campagne ravennate. E che infine, conscia del rischio di esser riconosciuti e denunciati, nella primavera del 1944 intraprende infine un viaggio rischioso, inclusi tre giorni da passeggeri civili (con carte false) su camion militari tedeschi, per poter giungere a Roma dove finalmente arriverà la liberazione.

     

    È un viaggio in un girone dantesco, che ricalca, con le vicende personali narrate, la discesa nazionale nella bolgia sempre più infernale dell’Italia che, da fascista che era, si trasforma in repubblichina collaborazionista dei nazisti, e scatena la caccia agli ebrei. E come nell’Inferno dantesco, gl’incontri fatti dai protagonisti – alcuni casuali, altri insperati, alcuni frutto di amicizie, altri perfetti sconosciuti – si rivelano risolutivi nel loro percorso verso la salvezza.

     

    In questo viaggio nella storia tormentata dell’Italia dopo il 1938, risaltano, accanto a tanti che vendettero l’anima al diavolo, quei pochi che invece emersero per dare testimonianza di coraggio e, salvando degli innocenti o unendosi alla Resistenza, contribuirono al riscatto morale del paese.

     

    Ci Salveremo Insieme è, a modo suo, una storia miracolosa, perché la famiglia si salvò tutta insieme a tutti coloro che si prodigarono ad aiutarli – una storia rara tra le terribili testimonianze di quel tempo. Ed è un viaggio nel tempo, perché ci sono voluti sessant’anni affinché questo testo arrivasse finalmente al grande pubblico.

     

    Per anni, Ci Salveremo Insieme, è stato per me, i miei fratelli, e le mie cugine Anna e Raffaella, semplicemente il libro della nonna: un lessico famigliare, intimo e prezioso, da leggersi insieme a Il Diario di Anne Frank o L’Agnese Va a Morirecome testimonianza della Shoah e della Resistenza. Dopo la scomparsa di Ada nel 1979, il suo canto struggente d’amore per il compianto Guido, il nostro nonno, è entrato a far parte integrante del nostro Seder di Pesach, la più intima e famigliare delle tradizioni ebraiche. Lì, ogni anno, al momento di leggere il Rituale della Rimembranza che ricorda i milioni di ebrei trucidati, ci siamo sempre soffermati ad ascoltare l’eco delle sue parole, che quella sensazione rabbiosa di ingiustizia addolciva, mostrandoci come alcuni – pochi, troppo pochi rispetto ai molti che voltarono le spalle agli ebrei – con il loro coraggio e onore ci salvarono dagli orrori dello sterminio nazifascista, e di come quanti più ebrei si sarebbero salvati, se i coraggiosi fossero stati più numerosi dei pusillanimi, dei codardi, dei mendaci, e degli indifferenti.

     

    Per più di sessant’anni, la storia della nostra salvezza, a loro dovuta, è stata da tutti noi gelosamente custodita ad esclusivo uso familiare, come un affettuoso messaggio mandato da Ada ai suoi discendenti, affinché ricordassero il suo amato e compianto Guido, e un solenne monito, a difendere i valori che guidarono lui e sostennero la famiglia attraverso la guerra. Ma con il passare del tempo, è giunto il momento di condividere queste pagine anche con il grande pubblico, per perpetuare il ricordo di Ada e Guido, e onorare con la loro anche la memoria di coloro che con coraggio ci aiutarono a riconquistare la libertà.

     

    Ci Salveremo Insieme è pubblicato da Il Mulino. Emanuele Ottolenghi vive a Washington DC, dove lavora per la Fondazione per la Difesa delle Democrazie

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