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    Cronaca di un incontro: “Grazie a Totti ho vinto anch’io”

    E quindi? E quindi accade che un israeliano di nome Mor mi contatta su Facebook del Roma club Gerusalemme, per informarmi che da lì a 3 settimane, Francesco Totti arriverà  in terra d’Israele. Rimango felicemente interdetto, il cuore va in extrasistole, ma chi se ne importa. Tra me e Mor nasce un’amicizia sincera piena di reciproca stima e rispetto. Con il passare dei giorni tutto si complica a causa  della guerra tra Israele e Hamas, e il sogno sembra sgretolarsi come pasta frolla: ma mai dire mai. Dopo 11 giorni  le ostilità cessano, allora possiamo tornare a sperare. Mor ieri mi comunica che i posti  sono limitati, e poi mi dice: “vai tu. Ti cedo il mio posto”. Non è amore puro? Per di più un gesto generoso da un semi estraneo. E allora? E allora questa mattina parto felice con il mio vicepresidente Samuele Giannetti, ma non confondetevi, il presidente del Roma Club Gerusalemme è lui per distacco, per amore, per energie profuse. E allora si va, si parte con entusiasmo, “oh incontriamo Francesco uno dei giocatori più forti della storia del calcio”. Dopo aver passato vari cordoni di sicurezza mi trovo di fronte al più grande di tutti, all’icona di Roma, della mia Roma. Lo saluto lo ringrazio, perché grazie a lui ho vinto anch’io. Francesco è annoiato sfinito,  non potrebbe essere altrimenti, dopo i mille impegni di lavoro, diciamo “istituzionali”, in una Tel Aviv che sprigiona vitalità, attrattive, meraviglie, in ogni singolo angolo della città. Nel vederci sembra rincuorato, forse perché coglie subito una “fratellanza” che ci unisce, forse per il dialetto, il romanesco, che ci esce naturalmente con il Bimbo d’oro. “A France’ te sei stancato ve’?” “Mamma mia – mi risponde lui – nun je la faccio più”. “Te sei annoiato?”  e lui “Mpò si” risponde laconico ma mai scortese, forse pensando a tutto quello che c’è da vedere e da fare in questo Paese. “Dovresti annà a Stoccolma a ritirà er premio Nobel pe la pazienza”, gli dico io cercando un sorriso. Lui resta sincero, ed è questo, anche, che ci piace di lui. Allora gli racconto un aneddoto sperando che sia divertente. “A France’ lo sai che tu hai fatto un miracolo? Hai fatto alzare un handicappato in piedi dopo un tuo gol.” Gli strappo un sorriso, e dal mio punto di vista ho ottenuto il massimo, grazie France’, grazie a te ho vinto anch’io.

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