A Roma, nell’ambito del Salone della Giustizia, di cui è
magna pars l’avvocatessa Barbara Pontecorvo, lo scorso 10 aprile, si è svolta
una tavola rotonda su “Il nuovo antisemitismo in Europa. Sessanta minuti per riflettere”
moderata dal direttore de La Stampa Maurizio Molinari e con ospiti Pascal
Markowicz, avvocato e rappresentante del Consiglio rappresentativo delle
istituzioni ebraiche di Francia; Donatien Le Vaillant, magistrato, consigliere
per la Giustizia e le relazioni internazionali del Dilcrah, la delegazione
interministeriale del governo francese per la lotta contro il razzismo,
l’antisemitismo e l’odio anti-LGBT, e l’imam Hassen Chalghoumi, presidente
della Conferenza degli Imam di Francia e imam della Moschea di Drancy.
L’iniziativa è stata promossa da Solomon – Osservatorio sulle discriminazioni,
il cui Presidente è l’anzidetta avv.ssa Pontecorvo. L’intervento dell’Imam,
improntato alla pace e alla comprensione, fa pensare: a) che la pace non sia
utopistica; b) che è interesse della Diaspora, segnatamente in questo momento
di rigurgiti antisemiti travestiti d’antisionismo, di addivenire alla pace in
Medio Oriente con un assetto non più precario; c) che sarebbe opportuno che i
diversi esponenti della Diaspora anziché creare ulteriori motivi di confronto,
cercassero di avvicinarsi ad eventuali interlocutori nei Paesi in cui si vive,
tentando di creare un clima di dialogo e, auspicabilmente, di concordia; d) che
si capisse come la demonizzazione dello Stato d’Israele, che diventa una gara
irreale e corriva alla quale nessuno si sottrae, ebrei compresi, non spinge
alla pace, ma l’allontana, perché coi demoni non si fa la pace ma la guerra. È
una mistificazione richiamarsi alla pace e dirsi pacifisti se le basi per un’intesa
non vengono costruite ma minate.