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    Marche. Alla riscoperta dell’antica presenza ebraica. La prefazione di Rav Riccardo Di Segni

    di Riccardo Di Segni *

    La presenza ebraica attuale nelle Marche è molto piccola, dal punto di vista numerico, ma la storia di questa presenza ebraica è antica e gloriosa. La testimoniano localmente splendidi edifici sinagogali, cimiteri e altri luoghi dove si svolsero eventi drammatici (come la piazza di Ancona dove furono arsi nel rogo i marrani condannati da Paolo IV). Vi è stata per secoli una rete di tanti insediamenti locali, con circolazione continua da un luogo all’altro, di mercanti, di dotti, di idee. C’è un’ampia base per compilare saggi e anche interi libri di storia, che in parte già sono stati scritti e forse interessano solo degli specialisti. A riaccendere un interesse più ampio su queste storie, ci ha pensato ora Vittorio Robiati Bendaud, che ha scelto un metodo differente e suggestivo. È uno studioso, saggista, allievo di rav Laras, con il quale ha collaborato per anni, e che di recente, tra l’altro, ha pubblicato un libro di grande attualità sui rapporti storici tra ebrei e musulmani (La stella e la mezzaluna. Breve storia degli ebrei nel dominio dell’Islam). Ora l’autore, milanese, che per motivi di assistenza rabbinica ha ripetutamente visitato le Marche, e se ne è affezionato, ha raccolto nove storie dal XIII al XX secolo, di dotti, rabbini e imprenditori che hanno percorso quelle terre o che da quelle terre provenivano. Un capitolo per ogni protagonista, in cui si racconta un episodio centrale della loro vita, effettivamente accaduto, in compagnia di personaggi storici reali e di qualche altro inventato, anche se rispondente a un quadro ben documentato. Si comincia con le vicende di Immanuel Romano, poeta stilnovista ammiratore e forse conoscitore personale di Dante, come lui in perenne movimento, che scrisse in ebraico e in volgare; e si arriva al rabbino Giuseppe Laras, giovane di prima nomina catapultato in Ancona, dove scoprì i segni ancora viventi di tradizioni cabalistiche e ne constatò in prima persona l’efficacia. Passando per la storia di Estellina Conat, la prima stampatrice ebrea della storia, e sempre rimanendo nell’ambito tipografico, si racconta di Gershon Soncino, che attraversò le Marche mentre trasferiva la sua attività in area ottomana. Si raccontano le preoccupazioni di illustri marrani, come il medico Amato Lusitano, nei duri giorni della repressione del papa Carafa; del viaggio di Moshe Basola a Safed, culla della rinascita mistica nella seconda metà del XVI secolo; di Shimshon Morpurgo, importante rabbino di Ancona del XVIII secolo e della sua polemica con Aviàad SarShalom Basilea, rabbino di Mantova, ma anche medico e collaboratore con le autorità (il cardinale Lambertini, futuro papa) in tempi di epidemia. A ogni racconto, sempre legato alla storia, ma con qualche indulgenza alla fantasia, segue una nota bibliografica accurata per chi ne volesse sapere di più.

    In tutto sono 120 pagine, di lettura scorrevole e piacevole, che ricreano atmosfere passate, in gran parte dolorose, ma piene di vita, di scienza, di passione, il tutto in una magica (e mistica) atmosfera marchigiana. Un buon suggerimento per la lettura.


    * Rabbino capo Comunità Ebraica di Roma

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