Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Ebrei in Francia, ‘si cambia quartiere per paura’

    La chiamano la “piccola Aliyah” o Aliyah interna: gli ebrei di Francia che non migrano verso Israele, cambiano sempre più spesso città o quartiere. Lo fanno per paura dell’antisemitismo sempre più minaccioso, delle minacce ricevute dai bambini a scuola, delle scritte, degli sguardi quando si cammina per strada. O, più semplicemente, perché si sentono meno protetti o avvertono la difficoltà di vivere liberamente e serenamente il proprio ebraismo. La banlieue est di Parigi, quella di Saint-Denis, della Val de Marne e della Val d’Oise, si sta svuotando di famiglie ebree, rivela un’inchiesta di Le Parisien. La banlieue preferita è quella sud-ovest, più residenziale, quella di Saint-Germain-en-Laye o di Boulogne. Ma molti si orientano anche verso zone a est come Vincennes e Saint-Mandé. Nell’abbandono di Saint-Denis e dintorni conta molto la componente islamica e la tendenza radicale della banlieue tradizionalmente più difficile della capitale. E l’esilio forzato avviene sull’onda di episodi sempre più frequenti, che nel 2018 sono entrati a far parte di quel +74% di atti antisemiti denunciato dalle autorità. “Sono preoccupato – ha detto il primo ministro Edouard Philippe, intervistato da L’Express sul malessere del mezzo milione di ebrei di Francia – per quella che viene definita la Aliyah interna, questi quartieri che si svuotano per scelte falsamente libere, in realtà imposte. Per delle persone che se ne vanno altrove perché la vita diventa insopportabile per la pressione che subiscono”. Nelle zone abbandonate dagli ebrei, le sinagoghe si svuotano. “Alcune – spiega il geografo Sylvain Mantermach a Le Parisien – hanno molta difficoltà a mettere insieme il quorum di 10 uomini adulti necessario per recitare certe preghiere”. I negozi kosher sono spesso costretti a chiudere per mancanza di clienti, mentre chi ha meno possibilità economiche e non può trasferirsi, toglie i figli dalle scuole pubbliche nell’intento di “proteggerli” indirizzandoli verso scuole ebraiche. Se su scala nazionale la città in cui gli ebrei si sentono più protetti, e verso la quale migrano, è senza dubbio Strasburgo, anche a Parigi c’è una Aliyah su scala cittadina: il quartiere preferito, il nuovo quartiere ebraico parigino è diventato il 17/o arrondissement, ad est dell’Arco di Trionfo, in parte residenziale ma con strade più popolari, dove vivono 45.000 ebrei, la più forte comunità di Francia e d’Europa. La maggior parte migra dal 19/o, ex zona di insediamento ebraico oggi diventata “mista” e dove gli ebrei si sentono sempre più minacciati. 

    CONDIVIDI SU: